Taxi, un'altra aggressione a Roma: «Dammi l'incasso o ti uccido». Adesso è allarme in città

A Primavalle conducente rapinato con un coltello per rubare poche banconote

Ancora una rapina a un tassista romano, l’ennesima. «Mi diceva “perdonami, ma mia madre sta male mi servono dei soldi” - racconta la vittima - ha estratto...

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Ancora una rapina a un tassista romano, l’ennesima. «Mi diceva “perdonami, ma mia madre sta male mi servono dei soldi” - racconta la vittima - ha estratto il coltello dalla tasca, mi ha stretto le braccia intorno al collo e me lo ha puntato alla gola. Si è preso le prime banconote che ho tirato fuori dalla tasca e si è dileguato. Probabilmente gli servivano per una dose». Adesso la categoria chiede un database anti-aggressori: spesso gli autori, infatti, sono sempre gli stessi.

 

 

LA RICOSTRUZIONE

L’ultimo fattaccio è avvenuto alla mezzanotte tra giovedì e venerdì al termine di una corsa partita da piazza Irnerio e terminata a Primavalle. E segue di appena un paio d’ore un’altra rapina, con la pistola, subita dal conducente di un’auto bianca che dal centro ha portato il cliente-bandito al Quarticciolo. Ora i tassisti capitolini chiedono provvedimenti urgenti. «Dal canto nostro ci stiamo impegnando molto per sensibilizzare i colleghi a denunciare tutti gli episodi: dai piccolo raggiri, ai furti, alle truffe delle corse non pagate fino, appunto, alle rapine e aggressioni vere e proprie - spiega Walter Sacco rappresentante dell’unione radiotaxi d’Italia -, parimenti chiediamo alle autorità e alla Questura di focalizzare l’attenzione sul fenomeno, incrociando i dati forniti nelle denunce, perché spesso si tratta di personaggi conosciuti. Nel frattempo stiamo indicando ai colleghi di sporgere le querele nei commissariati di pertinenza, ossia competenti per i luoghi in cui si sono verificati i fatti, e non per comodità alla vicinanza di casa propria. Questo proprio perché è più facile che gli investigatori del posto conoscano pregiudicati abituali». 

«WANTED»

Il wanted tra i tassisti comunque è già partito: «Ho preso questo soggetto a piazza Irnerio, mi ha portato a via Pietro Bembo intorno a mezzanotte... Fatta denuncia, se qualcuno è stato rapinato da questo soggetto mi chiami che bastano altre 2/3 denunce e lo portano in vacanza», il tam tam rimbalzato sulle chat delle auto bianche. A scrivere il messaggio è proprio Stefano, 62 anni, l’autista rapinato. La sequenza del colpo è stata interamente ripresa dalla videcamerina montata sul parabrezza interno della sua vettura. Si vede chiaramente Stefano, con la mascherina sul volto, guidare. All’improvviso l’uomo che è seduto dietro appare agitato, si guarda intorno, impugna il coltello e veloce, da dietro, glielo punta sotto il mento. «Ero da solo allo stallo di piazza Irnerio - dice ancora il tassista - ed ero quasi indeciso se convergere verso il centro. Poi mi ha bussato al finestrino questo ragazzo. Stavo guardando il telefonino ed ero un po’ distratto. Mi ha chiesto “è libero?” e io di getto ho risposto “prego, entri”. Prima mi ha detto che voleva andare in via Monti di Primavalle. Ma una volta sull’itinerario mi ha fatto girare per delle stradine secondarie verso via Pietro Bembo, da qui ci siamo ritrovati con l’auto di fronte a una scalinata. Ormai ero convinto di avere caricato uno di quelli che apre lo sportello e si dilegua senza pagare. Ma quando siamo arrivati lì, nella strada chiusa ho temuto il peggio». 

LE INDAGINI

Il rapinatore appare confuso e agitato. «Avevo con me un centinaio di euro - aggiunge Stefano - ma si è accontentato delle prime banconote che ha visto. Ho chiesto a tutti i colleghi di fare attenzione e a chi lo riconoscesse come autore di altri raid di denunciarlo». Agli agenti del commissariato Primavalle, del resto, il personaggio sarebbe noto. Probabilmente si tratta di una persona del posto con precedenti di polizia alle spalle sempre per reati contro il patrimonio e la persona. «Le telecamere ci aiutano - conclude il tassista - ma bisognerebbe riprendere in considerazione l’adozione di divisori tra conducente e cliente. In tanti anni di servizio non mi era mai successo. Sono rimasto di stucco in quel momento, ho cercato di mantenere la calma. Ma davvero il turno serale è diventato pericoloso». La zona più insidiosa, secondo gli operatori capitolini, di notte rimane l’area di Termini. «Ne accadono di tutti i colori, motivo per cui - spiega un altro tassista del 3570 - spesso evitiamo proprio di andarci».
Alessia Marani

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Il Messaggero