Tasi, acconto a giugno i romani pagano l’aliquota più alta

Tasi, acconto a giugno i romani pagano l’aliquota più alta
Un’aliquota indifferenziata del 2 per mille applicata alla rendita catastale dell’immobile. E’ questa la soluzione Tasi sulle prime case intorno alla quale ...

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Un’aliquota indifferenziata del 2 per mille applicata alla rendita catastale dell’immobile. E’ questa la soluzione Tasi sulle prime case intorno alla quale ragiona il Campidoglio. Mentre sulle seconde abitazioni è ancora buio fitto. Tuttavia di tempo per formalizzare la scelta non ne è rimasto molto: si deve decidere entro il 31 maggio e con le elezioni europee tra i piedi. Dunque appare assai probabile che per l’acconto in pagamento fissato dalla legge di Stabilità entro il 16 giugno si dovrà applicare l’aliquota indicata per legge dal governo: il 2,5 per mille sulle prime abitazioni e il 10,6 sulle seconde. Senza però il fardello di quell’aliquota aggiuntiva dello 0,8 per mille che il governo Letta concesse un paio di mesi fa ai comuni per finanziare detrazioni in favore delle famiglie a reddito medio basso. Se davvero andrà così sono centinaia di migliaia, soprattutto cittadini proprietari di case di minor pregio, che riceveranno un’amara sorpresa.




IL CONTO

Pagando la Tasi con l’acconto estivo quando invece un tempo erano esentati dall’Imu. La vecchia imposta comunale conteneva infatti una detrazione fissa di 200 euro per ciascun immobile più 50 euro per ogni figlio a carico. Un meccanismo che alleviava il peso a carico di molti romani fino ad annullarlo del tutto in diversi casi. Con la Tasi al 2,5 per mille senza il paracadute degli sgravi non si scappa, invece. E così, ad esempio, già a partire da una rendita fino a 400 euro la Tasi pretende il suo tributo. Fanno 165 euro al posto dello 0 alla voce Imu. Con l’aliquota al 2,5 per mille, nel centro di Roma (rendita media di 1.123 euro ) l’esborso del proprietario in questione sarebbe di 388 euro. Vale a dire 300 euro in più della stessa persona che, con due figli a carico, nell’era dell’Imu versava appena 88 euro. A San Saba un’immobile accatastato A/2 di 4 vani e di 80 mq con una rendita catastale di 1.200 euro verserà 495 euro. Mentre in Via Mameli (Trastevere ) un appartamento di 120 mq con una rendita catastale di 1.800 pagherà 742 euro. Ovviamente l’intero ragionamento non tiene conto dell’ipotesi formulata dall’amministrazione Marino che, come detto, pensa ad una aliquota del 2 per mille sulla prima abitazione.



SOLDI INDIETRO


Ciò vuol dire che, se le cose andassero davvero in questo modo, con il conguaglio di dicembre i proprietari si vedrebbero restituire la differenza tra il 2,5 per mille versato a metà giugno e il 2 per mille di aliquota definitiva. Meccanismo che comunque non metterebbe al riparo molti proprietari un tempo esenti dall’Imu. Molto più pesante, ovviamente, il conto che a giugno sarà presentato (con un’aliquota Tasi al 10,6per mille ) ai proprietari di seconde case. Dalle parti di S.Pietro (Piazza Rovere ), un appartamento accatastato A/2 di 5 vani e 110 mq con una rendita di 1.600 euro pagherà 2.798 euro. Verso la Trionfale, un immobile accatastato A/4 di 40 mq e una rendita catastale di 500 euro comporterà un esborso di 874 euro. E vale ricordare il caso dell’Appia dove c’è una rendita catastale media di 823 euro. Un proprietario di seconda casa verserà 1.439 euro.



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Il Messaggero