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Ancora un’altra tartaruga azzannatrice. Il rettile è stato avvistato e poi catturato - stamani - in località Sterperati, nel territorio di Morlupo, dove nelle scorse settimane sono state rinvenuti altri simili esemplari. Si tratta del quarto caso. L’ultimo è stato catturato lo scorso primo giugno sempre nello stesso territorio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri forestali del comando Stazione Sant’Oreste. Il rettile è in attesa di essere trasferito in un centro di recupero.
IL PERICOLO
La tartaruga azzannatrice, nome scientifico Chelydra serpentina - è originaria del Nord America e considerata molto pericolosa per l’uomo e per i bambini soprattutto per la rapidità con cui riesce a muovere il collo e sferrare il morso in una frazione di secondo. E lo stesso morso può comportare l’amputazione delle dita. Nel 2022 una bambina aveva rischiato grosso dopo aver individuato il rettile nella fontana di un condominio nel quartiere Monteverde, a Roma. L’intervento tempestivo del genitore ha evitato l’incidente. «Non bisogna mai toccarle”, spiega al Messaggero l’esperto zoofilo Andrea Lunerti. In caso di dubbi è necessario contattare immediatamente le forze competenti».
COSA STA SUCCEDENDO?
Tanti gli avvistamenti e le catture negli ultimi mesi. Le piogge e i fenomeni temporaleschi hanno comportato una forte espansione di questi rettili. «Stiamo ricostruendo una sorta di puzzle e ci stiamo allontanando dall’ipotesi dell’abbandono mentre valutiamo fortemente la teoria che tutte e quattro le tartarughe ritrovate provengano da una stessa schiusa di uova. Ovvero, nate in contemporanea, in uno specchio d’acqua presente nelle vicinanze ( tra Capena e Morlupo, ndr)». «Questo fosso potrebbe essere “saturo” ed aver raggiunto un numero elevato di questi animali con la conseguente dispersione per la ricerca di risorse alimentari». «Questi esemplari - aggiunge Lunerti - inoltre tendono a muoversi poco dopo un temporale perché attendono che le condizioni climatiche siano favorevoli a garantire la giusta umidità per il carapace e per i lunghi spostamenti». «Sarebbe opportuno - conclude Lunerti -fare ulteriori sopralluoghi nella zona per scongiurare pericoli e salvaguardare la popolazione. Perché i casi aumenteranno. Le azzannatrici si muovono in continuazione. Finché sono molto piccole possono soddisfare le proprie esigenze alimentari, ma quando iniziano ad avere tre anni e una dimensione notevole hanno bisogno di una serie di risorse alimentari che - purtroppo - in quel corso d’acqua non hanno più».
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