Roma, architetti e ingegneri nella rete: «Agli amici facciamo lo sconto»

Roma, architetti e ingegneri nella rete: «Agli amici facciamo lo sconto»
Per gli amici e per i clienti più assidui, era previsto uno sconto nel «mercato parallelo» messo in piedi dai dipendenti infedeli dell'archivio edilizio del...

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Per gli amici e per i clienti più assidui, era previsto uno sconto nel «mercato parallelo» messo in piedi dai dipendenti infedeli dell'archivio edilizio del Campidoglio. Il tariffario era rigoroso, c'erano alcuni prezzi base, «40 euro per il documento d'agibilità», dice intercettato uno degli indagati. Ma «in amicizia facciamo 20 euro». Per i nuovi arrivati in lista, il conto poteva raggiungere anche i 200 euro. L'inchiesta della pm Claudia Terracina ha travolto anche i beneficiari del trattamento di favore: i professionisti che si sono rivolti ai pubblici ufficiali per saltare la fila allo sportello e abbattere i tempi di attesa. Una schiera di ingegneri, architetti e geometri che, invece di aspettare i canonici due mesi per avere risposta, riuscivano a ottenere la documentazione richiesta in soli due giorni. Sono accusati di corruzione e nei loro confronti è stata disposta l'interdizione dall'esercizio della professione per un anno. Si tratta di Alessandro Zanotto, Fabio Saracino, Raffaele Badolato, Enrico Romita, Daniele Teti, Marco De Giovanni, Gianluca De Marco, Pietro Troiano, Marco Colasanti. In tutto, gli indagati sono 13, ma il numero potrebbe presto salire.


Per il gip, «l'agire illecito di tutti gli indagati coinvolti non è assolutamente un fatto occasionale». I singoli episodi ricostruiti, infatti, «si inseriscono in un contesto illecito consolidato». Circostanza dimostrata dal fatto che, in un solo mese di monitoraggio, «sono stati osservati numerosi scambi di denaro, richieste economiche e un'attività pressoché continua di ricerca di pratiche per conto di clientela privata, sulla base di richieste trasmesse via sms o indicate per telefono». Un dato che il giudice definisce «allarmante». Nell'ordinanza si legge che «i dipendenti controllati sono risultati asserviti in maniera stabile agli interessi dei privati».

LE INTERCETTAZIONI
Sono le intercettazioni e i filmati delle telecamere piazzate dagli investigatori a incastrare gli indagati. Come quando - si legge nell'ordinanza - il 24 settembre Colasanti incontra Di Gironimo. «Si guardano intorno per avere la certezza di non essere osservati - annota la Finanza - iniziano una conversazione e, in modo molto repentino e camuffato, l'uomo gli passa quella che ha l'aspetto di una banconota, che Di Gironimo mette in tasca». Il copione, con indagati diversi, si ripete decine di volte. E ancora, pochi giorni dopo, Troiano chiede a uno dei dipendenti se, oltre ad una «copia di agibilità», gli può far avere una licenza di costruzione e aggiunge: «Il costo è relativo... tanto m'hai detto intorno ai trenta, quaranta euro». Tra il 24 e il 27 settembre, un altro professionista chiede un certificato di abitabilità e si impegna a pagare «qualcosetta».

IL CODICE
A volte gli indagati parlano quasi in codice: «Quanto viene vedè il progetto?», chiede un ingegnere. «Eh, uno, non dipende da me, è un'altra persona», risponde un dipendente del Comune. «Si intuisce che uno si riferisce alla richiesta di 100 euro», specifica il gip.


«Ti ho lasciato dei compiti», dice invece uno dei clienti, dopo avere inviato via sms una lista di controlli da effettuare. Antonio Di Pietro, uno dei dipendenti indagati, poi, si preoccupa quando gli viene proposto un nuovo professionista da inserire nel giro. «Non lo conosco, è nuovo? Ma mica hai parlato di quanto... quanto hai parlato?», chiede al cliente di vecchia data, che risponde: «Non ho parlato di niente, digliele tu due cose». E Di Pietro replica, riferendosi alle pratiche: «So' tre, mi sa, eh? Se so' tre gli faccio lo sconto». E ancora: «Se so' tre facciamo 70, sennò se sono due 50». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero