OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Ancora file snervanti, lunghe attese e risultati che non arrivano nemmeno dopo più di dieci giorni. Continua l’odissea dei tamponi nella Capitale, con picchi di attese record nella Asl Roma 3 e nella Roma 2 i cui centralini e indirizzi email sono intasati dalle richieste degli utenti. C’è chi ha bisogno della risposta di un tampone valido nelle 72 ore prima di prendere un aereo e rischia di non partire, chi è già stato richiamato per il secondo tampone e non sa ancora quale è stato l’esito del precedente. Tra burocrazia e incertezza, l’incubo Covid si fa più pesante.
LEGGI ANCHE Covid Lazio, bollettino oggi 2 novembre 2020: 1.859 nuovi casi (963 a Roma), 23 morti
LE DENUNCE
Racconta una informatica di 50 anni che il 24 ha fatto il tampone al drive in di Casal Bernocchi e solo nella tarda serata di ieri ha ricevuto una risposta: «Dopo 9 giorni! E io ero positiva a quello veloce e sintomatica (tale da essere anche seguita dallo pneumologo della Asl 3 stessa). Questo è un disservizio enorme. Il direttore sanitario mi ha detto che dipende dai laboratori della rete Coronet, ma al di là delle motivazioni è grave che si aspetti così tanto tempo per dare una risposta da cui parte effettivamente il tracking dei possibili contagiati, i quali nel frattempo possono infettare altri. Non tutti, poi, sono così fortunati da potere godere di ferie o malattie».
Non è la sola che aspetta sospesa nel limbo della quarantena o di un isolamento fiduciario, senza uscire di casa o andare al lavoro per precauzione e non incorrere nel rischio di infettare altri.
Ieri al drive in di Arco di Travertino, dopo 4 ore di fila, Daria Z. Y. C. è stata dirottata altrove: «Dopo quattro ore ci hanno mandato via, con la possibilità di scegliere se recarci a Palmiro Togliatti o all’Eur». Alla Asl Rm2 i telefoni spesso non rispondono e chi ha bisogno urgente di un referto va a bussare direttamente alla Casa della Salute di largo Santa Caterina: «Ho borbottato un po’ e alla fine me lo hanno dato», spiega un ragazzo.
ANTIGENICI
L’attesa del risultato del tampone rapido antigenico (non molecolare) è mediamente inferiore, anche se non mancano ritardi. C’è chi, come Alessandro B. ha effettuato un tampone rapido e dopo quattro giorni, non sa ancora se è positivo o negativo. «Mi sono sottoposto al tampone rapido al drive in di Arco di travertino venerdì 30 ottobre alle ore 15,30. A oggi non ho ricevuto alcuna telefonata, non mi è stato trasmesso alcun sms e non mi è stata notificata alcuna email con l’esito della prestazione. E non so a chi rivolgermi». La Roma 2, del resto, è l’azienda sanitaria locale più popolosa della Capitale e il numero dei positivi si mantiene alto. Simona M. spiega che «dopo avere fatto il tampone molecolare il 28 ottobre, il 31 mi ha chiamato un infermiere dicendomi che loro, gli infermieri, stanno aiutando la Asl a contattare le persone dal momento che sono molto in ritardo».
LABORATORI PRIVATI
La situazione non è omogenea in tutti i presidi delle Asl. Alcuni sono più veloci, altri impiegano, dunque, ben oltre i 3/4 giorni “garantiti”. A Guidonia per esempio, c’è chi attende dal 28, a Capena dal 27, più veloce Anzio. Meno criticità al San Giovanni, alla Cecchignola e al San Camillo. Oggi, intanto, verranno distribuiti dalla Regione i primi kit per effettuare i tamponi molecolari direttamente in studio ai 311 medici di famiglia che hanno già aderito al programma su base volontaria. Mentre stanno lo Spallanzani sta valutando le candidature dei laboratori privati intenzionati a eseguire i tamponi molecolari. Il via libera potrebbe arrivare già in settimana.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero