Il piccolo accampamento rom dello stupro va bonificato. Via le baracche, i divani, e i cumuli di roba vecchia accatastata qua e là, a un passo da via Teano. Non solo la...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA RICHIESTA
Così ieri ad attendere la sentenza, a piazzale Clodio, c'era anche lui accanto a Besjana. Ed appena ha saputo che la richiesta della bonifica del campo era stata ordinata grazie al sollecito dell'associazione Iliria Lega Immigrati Albanesi, di cui è promotore, ha pensato che il coraggio mostrato almeno è stato ripagato. Claudiu Bebe, invece, il giovane romeno condannato a sette anni di carcere per lo stupro, nonostante la scelta del rito abbreviato che concede un forte sconto di pena, è uscito a testa bassa dall'aula. Come Nicu Curte che invece ha preferito affrontare il processo ordinario, disposto ieri dallo stesso giudice. «Le parole della difesa dei miei aguzzini, in aula, mi hanno ferito di nuovo», ha detto poi Besjana, assistita nella battaglia legale dall'avvocato Claudia Quinto dello sportello antiviolenza Be Free.
LA PAURA
«Parlavano di mancanza di attendibilità, del fatto che andavo in giro di notte sola, che non sono stata picchiata. Gli ho urlato in faccia la mia rabbia allora. E poi sono uscita dall'aula così come mi ha consigliato il giudice. Siamo in Europa, non in Arabia». Besjana quella notte se la ricorda, minuto per minuto. «Non era la prima volta che passavo in quella stradina buia. All'improvviso mi sono sentita afferrare da un'ombra. Mi ha stretto il collo e tirato i capelli. Diceva: Io ti morto. Voleva dire Io ti uccido. E allora non mi sono ribellata. Ho finto anche di assecondarlo. Gli dicevo solo Per favore, lasciami andare via ora. E invece afferrandomi per la mano dal divano mi ha portato dentro una baracca dove c'era l'amico». «Lì ho avuto di nuovo paura di essere uccisa», ha detto la ragazza. «Altri palpeggiamenti, altre proposte indecenti. Io un po' li assecondavo e un po' dicevo per favore facciamo una passeggiata. Loro avevano paura di lasciarmi andare. Li rassicuravo che non avrei denunciato. Alla fine Bebe si è fidato e mi ha portato fuori dal campo. Mi sono lanciata su una macchina di passaggio, ho aperto lo sportello e ho urlato: scappa, scappa. Non so chi mi ha dato il coraggio». Bebe sarà arrestato 24 giorni dopo nel campo nomadi di via Candoni, il carceriere, poche ore dopo gli abusi. Per i due romeni il pm Cristiana Macchiusi, titolare dell'inchiesta, aveva contestato il sequestro di persona e la violenza sessuale aggravata.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero