La campagna del Messaggero. Raggi: ora leggi speciali anti-stupro

La campagna del Messaggero. Raggi: ora leggi speciali anti-stupro
Nel giorno in cui Virginia Raggi invoca «leggi speciali» contro la violenza sulle donne, il Campidoglio scivola sui finanziamenti regionali per le videocamere,...

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Nel giorno in cui Virginia Raggi invoca «leggi speciali» contro la violenza sulle donne, il Campidoglio scivola sui finanziamenti regionali per le videocamere, presentando la domanda per il bando solo ieri pomeriggio, a tempo ormai scaduto. È dunque di nuovo la polemica ad accompagnare l'appuntamento clou di oggi: il comitato provinciale per la sicurezza convocato in mattinata dalla Prefettura per trovare soluzioni all'allarme stupri nella Capitale. La sindaca Raggi è pronta a chiedere e proporre quattro cose. In primis, più forze di polizia (esercito compreso) in strada. Partirà una richiesta ufficiale al Viminale di aumentare il livello di agenti e soldati.


Si parla di almeno 500 uomini. Il Comune è pronto anche a presentare un progetto di cancellate nei parchi cittadini (il primo è stato quello di Colle Oppio, teatro di uno stupro) che dovranno essere controllati da giardinieri, vigili e volontari delle associazioni (come quella degli ex carabinieri). Ancora: l'amministrazione è pronta a intervenire sui taxi. Anticipando la tariffa rosa, che dovrebbe scattare alle ore serali e non solo di notte (come proposto anche dal Messaggero) e procedendo con l'installazione di videocamere nelle auto guidate da donne (a maggio del 2015, una tassista fu violentata da un cliente). La quarta proposta che sarà messa sul tavolo del prefetto Paola Basilone riguarda appunto le telecamere. Ne servono di più - il Comune ha già stanziato 500 mila euro per installarne 150 - nelle zone considerate a rischio come Termini, Colle Oppio e Aventino e soprattutto devono essere messe in rete con la Questura.

LO SCONTRO
Proprio sugli occhi elettronici da montare in vie e piazze della Città eterna ieri si articolata la polemica tra il Campidoglio a trazione grillina e la Regione Lazio, a guida Pd. La giornata si era aperta con Virginia Raggi che ha chiesto al Governo «leggi speciali» per fermare queste mostruosità «dopo il settembre nero degli stupri». «Contro la violenza sulle donne avremo anche il contributo della polizia penitenziaria - dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi - con cui concluderemo un protocollo». La sindaca intanto parla delle telecamere. Nel primo pomeriggio è stato il governatore Nicola Zingaretti - nel presentare il decalogo di iniziative della Regione e la giornata di mobilitazione in tutte le scuole per lunedì - a sottolineare che il Comune non ha partecipato al bando regionale per la videosorveglianza, scaduto venerdì. Lo hanno fatto solo 12 municipi. Dopo poco la neo assessora ai Lavori pubblici, Margherita Gatta, è passata al contrattacco: «I fondi destinati a Roma Capitale, municipi inclusi, ammontano a 300mila euro. Cifre modeste che abbiamo comunque richiesto».


Passa poco tempo ed ecco la Regione: la richiesta c'è arrivata solo oggi (ieri, ndr) ma a bando scaduto. Si trattava di un progetto di videosorveglianza del Colosseo, che è stato protocollato dal dipartimento Simu del Campidoglio il 13 settembre ma inviato solo ieri pomeriggio quando era scoppiata la polemica. Il senatore Pd Stefano Esposito: «Invece di chiedere leggi speciali, Raggi si occupi di non perdere i fondi». La Lega, con Matteo Salvini, torna intanto a proporre la «castrazione chimica di violentatori e pedofili», un suo vecchio cavallo di battaglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero