C'è un polacco di venticinque anni che ha dormito a Villa Borghese nelle notti immediatamente precedenti a quella in cui è stata stuprata la senzatetto tedesca...
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«ORA È SPARITO»
«Quel ragazzo racconta una giovane donna che ogni giorno si reca all'ingresso di piazzale Flaminio per assumere metadone al Sert mobile stava lì con le sue cose ai piedi della fontana, a metà della scalinata sotto l'edificio del Cnel, è un po' di tempo che lo vedevo là. Ma ora (ieri, ndr) è sparito». Quel punto dal giaciglio di Anna (è un nome di fantasia) dista appena qualche decina di metri. Basta attraversare viale Washington per raggiungerlo. Ieri della casa di stracci e cartoni della clochard tedesca arrivata in Italia sei mesi fa, non rimaneva più nulla. Cancellata dagli operai dell'Ufficio Giardini che hanno ripulito l'area. «Anna se ne stava i pomeriggi interi seduta accanto alla sua valigia a fissare nel vuoto. Era schiva, non dava confidenza, solo una volta mi ha allungato una sigaretta», così la ricorda Giada, un'altra senza fissa dimora. Gli investigatori della Squadra Mobile sono al lavoro per inchiodare il balordo che ha approfittato di lei e della sua fragilità mentale.
ASCOLTATA IN OSPEDALE
Ieri pomeriggio la donna è stata di nuovo ascoltata nella sua stanza di ospedale dagli agenti e la sua testimonianza filmata con l'aiuto di un mediatore culturale in grado di parlare sia il tedesco che l'inglese, perché l'italiano Anna lo parla a stento. Nessun familiare, nessun amico si è affacciato al Santo Spirito per renderle visita. È sola a Roma ed è terrorizzata. In oltre un'ora di colloquio ha ripercorso quegli attimi tremendi, nel buio più fitto: lui che le si è avvicinato e seduto accanto; lei che ha cercato di respingerlo, poi i polsi legati con i lacci delle scarpe per immobilizzarla, le botte, i graffi sul volto, sulle braccia e sulle gambe, un pezzo di stoffa sulla bocca per soffocarle le urla, quindi la violenza. Un incubo.
I PRELIEVI
«Non è un'indagine facile ammette un investigatore perché facile non è parlare con lei. Ci sono attimi in cui è più lucida, altri in un cui è più generica. La sentiremo più volte per avere un quadro più preciso possibile. Di sicuro violenza c'è stata». Gli agenti ieri hanno anche sequestrato i prelievi e i tamponi a cui la cinquantasettenne è stata sottoposta in ospedale. Sono stati sequestrati anche i vestiti, in parte strappati, e gli slip che aveva indosso nella notte tra domenica e lunedì quando si è consumato lo stupro. Le tracce biologiche verranno analizzate in laboratorio dalla Scientifica per ricavare un Dna da confrontare, eventualmente, con quello del sospetto, o per verificare se appartenga già a qualche uomo schedato. Intanto, i poliziotti stanno acquisendo le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza della zona. A quanto pare gli occhi elettronici della Ztl interna al parco sarebbero però disattivate. Mentre immagini preziose potrebbero essere racchiuse dai dispositivi di Villa Lubin, sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro e del liceo Chatebriaund.
LA SICUREZZA
Anna era corsa nuda, con le mani legate, verso la strada per fermare un taxi e chiedere aiuto. «Me la sono ritrovata davanti, all'inizio ho avuto paura ha raccontato poi ho capito che aveva bisogno di aiuto e mi sono fermato. Tremava, aveva un coltello tra le mani con cui cercava di slegarsi, l'ho liberata io». Si è trattato della terza violenza nella Capitale nel giro di una settimana. Oggi alle 10,30 il prefetto Paola Basilone ha convocato il comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico: all'ordine del giorno l'emergenza stupri.
Alessia Marani
Camilla Mozzetti
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Il Messaggero