Quartiere Africano, studente sequestrato in strada in pieno giorno da un gruppo di persone: arrestato uno degli aggressori

Quartiere Africano, studente sequestrato in strada in pieno giorno da un gruppo di persone: arrestato uno degli aggressori
Aggredito per strada in pieno giorno, caricato di forza in un'auto e sequestrato per alcune ore. L'agguato a uno studente 23enne di origini calabresi è stato compiuto il...

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Aggredito per strada in pieno giorno, caricato di forza in un'auto e sequestrato per alcune ore. L'agguato a uno studente 23enne di origini calabresi è stato compiuto il pomeriggio del 27 novembre 2013 da un gruppo di persone. Una di queste, S.A., calabrese di 40 anni, è stato arrestato dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma per sequestro di persona.








Il tutto è accaduto in pochi minuti in una via del quartiere Africano, vicino all'abitazione del ragazzo. Quando quest'ultimo è uscito, ha trovato cinque persone ad attenderlo sotto casa, che con forza lo hanno spinto a entrare in un'auto, che si è pio allontanata ad alta velocità. Furono alcuni passanti ad allertare il 112 di quanto era appena successo.



I primi accertamenti sulla vicenda consentirono di identificare il sequestrato in un giovane studente universitario, domiciliato poco distante dal luogo ove era avvenuta l’aggressione, incensurato ma figlio di uno dei principali esponenti del clan della ‘ndrangheta calabrese “Coluccio”. I Carabinieri del Nucleo Investigativo di via in Selci, durante le indagini, hanno pensato che la vicenda potesse essere maturata nell’ambito di uno scontro tra clan calabresi. Il clan “Coluccio” infatti, operante nella zona di Roccella Ionica (RC), è ritenuto una delle compagini calabresi più attive nella gestione del narcotraffico internazionale dal Sudamerica.



Alcune ore dopo, il giovane fu rilasciato dai sequestratori e, lungamente interrogato dai Carabinieri, fornì una versione palesemente reticente, senza spiegare i motivi alla base del suo sequestro, né fornire indicazioni utili all’identificazione dei suoi aggressori. Dalle testimonianze acquisite dai passanti che avevano assistito alla scena e dalle immagini riprese da alcune telecamere di sorveglianza presenti sul luogo del sequestro, emerge come l’azione fu attuata da un gruppo di almeno 5 persone giunte sul posto con due autovetture e appostatesi nei pressi dell’abitazione della vittima per prelevarlo con violenza.



Nonostante la reticenza della vittima, i carabinieri sono comunque riusciti a identificare uno dei rapitori che è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria. L’uomo è stato rintracciato e arrestato a Maropati, in provincia di Reggio Calabria, con la collaborazione dell’Arma locale e ora si trova recluso nel carcere di Palmi (RC). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero