Strisce blu e parcometri, multe a rischio «Con il ticket, contravvenzione infondata va chiesta solo la differenza»

Strisce blu e parcometri, multe a rischio «Con il ticket, contravvenzione infondata va chiesta solo la differenza»
Un parere del Ministero delle Infrastrutture rispolverato dai vigili di Milano potrebbe fare un grande regalo a decine di migliaia di romani, e diventare per il Comune una...

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Un parere del Ministero delle Infrastrutture rispolverato dai vigili di Milano potrebbe fare un grande regalo a decine di migliaia di romani, e diventare per il Comune una bruttissima gatta da pelare.


Le multe sulle strisce blu, secondo una interpretazione ministeriale, non hanno alcun fondamento giuridico quando all’automobilista viene contestata la sosta per un periodo più lungo di quello per il quale ha pagato il ticket al parcometro. In pratica l’amministrazione - e coloro che fanno le multe, cioè gli ausiliari dell’Atac - dovrebero limitarsi a chiedere la differenza tra ciò è stato versato e ciò che è dovuto al momento del controllo. Per ora non è chiaro né se verrà ammessa una direttiva in tal senso né se i Comuni, eventualmente, sarebbero tenuti ad adeguarsi. Ma la cosa, è ovvio, sarebbe esplosiva.



LE CIFRE

A Roma i posti auto a pagamento delimitati dalle strisce blu sono circa 76 mila e 200. La lunghezza complessiva degli spazi, che sono quasi tutti nei quartieri centrali, all’Appio, al Tuscolano, all’Ostiense, ai Parioli, al salario, al Nomentano e al Flaminio, è di oltre 39 chilometri. Si paga a ore - come si sa - e il controllo è affidato a 220 ausiliari dell’Atac che lavorano (e se necessario multano) per conto del Comune. Le contravvenzioni nel corso del 2012, l’ultimo anno per cui esistono dati definitivi, sono state oltre 302 mila. L’importo medio della sanzione oscilla attorno ai 40 euro (dipende dal numero di ore di “buco” e dal fatto che vi sia un ticket oppure no) ed è chiaro che se vi fosse una modifica radicale nella potestà di multare i trasgressori ci sarebbero altri problemi per le già esauste casse del Comune.



Il PROVVEDIMENTO

Per non creare false speranze va detto che dal Ministero per ora non sono arrivate direttive precise. Il dipartimento giuridico, concludendo un iter iniziato addirittura nel 2010, ha emesso una semplice opinione. Protoccollo 25.783 del 22 marzo 2010: «L’eventuale evasione tariffaria - vi si legge - non configura una violazione alle norme del Codice della Starda (in particolare all’articolo 7 da cui derivano le multe, ndr). Si tratta, bensì, di una inadempienza contrattuale, da perseguire secondo le procedure a tutela del diritto patrimoniale dell’ente impositore». Traduzione: l’automobilista che paga al parcometro, nel momento in cui inserisce i soldi, conclude un contratto di fatto con il Comune di Roma dicendo che starà in sosta per un certo tempo. Se poi resta di più, lo si può chiamare a versare la differenza, ma non bastonarlo con una contravvenzione.



L’Ufficio Contravvenzioni non ha avuto «alcuna nuova disposizione» sulle strisce blu. «Tuttavia già da anni - spiega uno dei funzionari del Dipartimento delle Entrate - sono state fornite istruzioni precise agli ausiliari del traffico. Se sul parabrezza dell’auto in sosta manca del tutto il ticket, scatta la multa prevista dall’articolo 7 del Codice della Strada. Altrimenti viene fatta una multa per ogni ora di differenza rispetto a quelle di sosta programmata (e pagata) originariamente. Facciamo un esempio: Tizio ha pagato fino a mezzogiorno. C’è un controllo alle due. Gli verrà chiesta una sanzione di un tot per ogni ora (in genere sono una quindicina di euro l’ora). Ma si è fatto di più: è stato deciso che la multa, per chi espone un biglietto, non possa superare le tre ore, perchè altrimenti sarebbe possibile un paradosso: chi ha versato qualcosa al parcometro, accumulandosi le ore, potrebbe finire per ricevere una multa più alta di chi fin dall’inizio non aveva pagato nulla». Ma gli avvocati affilano le armi: «Il parere del Ministero è importante - dice uno di loro - e lo sottoporremo ai giudici di pace. se una sentenza dovesse prenderlo in considerazione, per migliaia di romani cambierebbe moltissimo». E anche per il Comune. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero