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In classe i bambini assenti e nelle farmacie i genitori in fila per chiedere un tampone. No, non è più il Covid-19 o, almeno, non è questo il virus che sta spopolando tra i più piccoli. Si tratta dello “streptococco”, un batterio comunemente presente nella gola che tuttavia può scatenare delle infezioni anche gravi.
La variante “pyogenes” è molto contagiosa e trovandosi nella mucosa del naso e della gola si può trasmettere tramite la tosse e/o gli starnuti o anche per contatto salivare. Motivo per cui si diffonde in ambienti affollati come gli asili o le scuole. E vedendo quello che sta succedendo in molti nidi di Roma, ad esempio, tanti sono i bambini positivi. A riprova di questo, l’andamento delle vendite degli auto-test nelle farmacie e l’indice dei tamponi che nelle stesse vengono eseguiti analogamente a quanto viene fatto nei laboratori di analisi.
L’ANDAMENTO
I medici sono concordi nel dire che, rispetto al 2022, l’infezione è aumentata almeno del 20%.
I CASI
Mediamente in quasi tutte le farmacie della Capitale, che sono più di 3 mila, ogni giorno vengono venduti o eseguiti, laddove possibile, una decina di test mentre nello stesso periodo del 2022 le richieste erano pressoché uguali a zero. I pediatri, da parte loro, non nascondono i casi ma tengono a precisare un aspetto importante: «L’infezione da streptococco è sempre esistita ma con la rincorsa al test in presenza anche solo di un positivo in una classe - spiega Teresa Rongai, a capo della Federazione italiana medici pediatri del Lazio - possono emergere altri positivi ma attenzione perché molti bambini sono portatori sani e dunque senza sintomi non devono assumere in alcun modo gli antibiotici come si prevede invece per i sintomatici». Di certo, ma questo si evince anche dal numero delle assenze a scuola, se la manifestazione dell’infezione è sempre stata appannaggio “prioritario” dei bimbi piccoli, quelli tra i due e i sei anni, nelle ultime settimane lo streptococco ha preso anche i più grandi: alunni delle elementari o delle medie e anche degli istituti superiori con un decorso per i sintomatici che dura non più di dieci giorni, il tempo medio stabilito per la terapia antibiotica.
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Il Messaggero