Dodici milioni in meno a disposizione quest'anno, rispetto al 2015, con scenari foschi anche per il prossimo futuro. La battaglia contro le buche di Roma è sempre...
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L'ALLARME
Il calo dei fondi per la manutenzione stradale non è ovviamente ascrivibile per il momento, se non in minima parte, all'amministrazione di Virginia Raggi, appena entrata in carica. E anche lo staff dell'ex commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, che ha materialmente redatto il bilancio di previsione 2016, si è semplicemente attenuto ai tagli alla spesa previsti dal piano di rientro triennale del Campidoglio. Ma per cercare quantomeno di tamponare l'emergenza buche - con i suoi costi in termini di incidenti anche mortali, soprattutto per le due ruote - servirà necessariamente uno scatto in avanti. Il Titanic delle buche a Roma - che conta 800 chilometri di grande viabilità che dipende dal Comune e 4.700 chilometri di competenza dei 15 Municipi - si racconta infatti in due capitoli. Da una parte la corruzione, che porta a vincere sempre le stesse ditte, che nessuno controlla: anzi, si controllano da sole, decidono loro quali buche chiudere e se conviene ancora farlo. Dall'altra parte ci sono la mancata manutenzione straordinaria e i lavori eseguiti malissimo per decenni. Comune e Municipi negli anni hanno sempre scelto la tecnica suicida degli interventi in emergenza, delle proroghe degli appalti, delle buche rattoppate.
Nella lista degli errori ci sono anche i lavori maldestri, così palesi che il Campidoglio è dovuto correre ai ripari. Il «piano anti-buche» partito lo scorso anno, e costato sei milioni di euro, ha restituito alla città addirittura caditoie e tombini ricoperti dall'asfalto: impossibile far confluire l'acqua in caso di piogge. In campagna elettorale la Raggi aveva detto: «Riempiremo le buche facendo appalti regolari». In autunno, quando lo stato delle strade tende ulteriormente a peggiorare, sarà chiamata alla prova dei fatti.
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Il Messaggero