Roma cambia nome alle strade intitolate ai firmatari del Manifesto della Razza

Completata oggi l'opera di riscrittura della toponomastica romana. Dopo l'annuncio sui Facebook di qualche mese fa, la sindaca, Virginia Raggi, ha presentato insieme con...

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Completata oggi l'opera di riscrittura della toponomastica romana. Dopo l'annuncio sui Facebook di qualche mese fa, la sindaca, Virginia Raggi, ha presentato insieme con studenti romani e con la comunità ebraica la reintitolazione delle vie al medico Mario Carrara, alla fisica Nella Mortara e alla zoologa Enrica Calabresi. Via i nomi delle vie dedicate ai firmatari del manifesto della razza e spazio a tre scienziati che si rifiutarono di sottoscriverlo. 


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Nella Mortara, laurea in fisica all'università di Roma nel 1916, è stata l'unica donna ad aver mai lavorato nell'istituto di Enrico Fermi, in via Panisperna. In seguito alle leggi razziali, Nella venne radiata dall'università e da tutte le associazioni scientifiche di cui era membro. 

Enrica Calabresi è stata una zoologa e docente italiana di Entomologia agraria, di origine ebraica. Nel gennaio del 1944 fu arrestata nella sua casa di Firenze. Sapeva che da lì sarebbe stata deportata al lager di sterminio di Auschwitz. Si sottrasse a quel destino ingoiando un veleno che da tempo portava sempre con sé. 
I tre scienziati sono stati scelti attraverso un percorso a cui hanno partecipato cittadini e studenti. 

Mario Carrara è stato un medico e accademico italiano. Fu uno dei padri della medicina legale italiana, proseguendo gli studi di Cesare Lombroso, e passò alla storia come uno dei pochissimi docenti universitari italiani che rifiutarono il Giuramento di fedeltà al Fascismo.

L'iniziativa del Campidoglio ha preso il via lo scorso anno, nell'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali. La commissione consultiva di Toponomastica di Roma Capitale ha indicato dieci nomi tra i quali scegliere i tre nominativi a cui intitolare le strade. Successivamente, a esprimere la propria preferenza sono stati gli alunni delle scuole coinvolte nel progetto, leggendo le storie degli scienziati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero