La storia di Roma raccontata dai “nasoni”: arriva lo spettacolo itinerante al Pigneto

La storia di Roma raccontata dai “nasoni”: arriva lo spettacolo itinerante al Pigneto
«Ah se i nasoni potessero parlare! Quante storie avrebbero da raccontare». Parte da questa idea, semplice ma efficace, lo spettacolo itinerante “I nasoni...

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«Ah se i nasoni potessero parlare! Quante storie avrebbero da raccontare». Parte da questa idea, semplice ma efficace, lo spettacolo itinerante “I nasoni raccontano - La storia ha il naso lungo” che ha come protagoniste appunto le iconiche fontanelle di Roma, dette “nasoni” per il loro cannello arcuato. 


Un itinerario circolare che il 20, 21, 27 e 28 settembre attraverserà il quartiere Pigneto per un viaggio tra vie, vicoli, palazzi e scorci ogni volta diversi, narrati dalla Compagnia del teatro dell'Orologio, con la drammaturgia originale di Fabio Morgan e la regia di Leonardo Ferrari Carissimi.

Personaggi e trame sono raccolti dalla memoria collettiva, dagli scritti e in alcuni casi direttamente dalla strada, attraverso gli aneddoti degli abitanti storici del quartiere. Da una semplice fila di pini, a quartiere della movida, passando per i bombardamenti della seconda guerra mondiale, agli anni del boom edilizio degli anni 60 e 70: ogni nasone è custode di una storia, di un avvenimento e attraverso questo spettacolo, scritto dal punto di vista delle fontanelle pubbliche presenti su tutto il territorio romano, si provano a ripercorrerne le storie e a farne rivivere i protagonisti. Intervistando i cittadini, si raccolgono materiali storici e aneddotici per trasformarli in un testo teatrale che viene allestito in forma itinerante all’interno del quartiere scelto.

Lo spettacolo è parte del programma dell'Estate Romana promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale e realizzata in collaborazione con Siae. L’obiettivo è quello di recuperare la consapevolezza dei territori, favorendo l’incontro intergenerazionale, ridefinendo l’identità delle aree coinvolte, grazie a processi partecipativi dove i cittadini si fanno custodi della memoria storica e aneddotica dei quartieri coinvolti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero