Spacciava eroina e offriva un posto dove drogarsi. Scoperta choc a Tor Bella Monaca: la "stanza del buco" dei tossici

Spacciava eroina e offriva un posto dove drogarsi. Scoperta choc a Tor Bella Monaca: la "stanza del buco" dei tossici
Choc a Tor Bella Monaca. Quando gli agenti della polizia hanno fatto irruzione in un appartamento al decimo piano di una delle due torri in via Brandizi non volevano credere ai...

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Choc a Tor Bella Monaca. Quando gli agenti della polizia hanno fatto irruzione in un appartamento al decimo piano di una delle due torri in via Brandizi non volevano credere ai loro occhi. Lo spacciatore a cui stavano dando la caccia aveva allestito una stanza del ”buco” dove decine di tossici, una volta acquistata la droga, potevano consumarla.




Gli agenti hanno scoperto decine di siringhe di insulina usate con tracce di eroina e di sangue gettate in un cartone che stava nella stanza.

Sono stati trovate delle poltrone, fornelletti e cucchiai. Il tossico di turno si sedeva sulla poltrona, poi con il fornello riscaldava il cucchiaio nel quale metteva la sostanza e, infine, se la iniettava in vena con la siringa.



Una scoperta inquietante, quella fatta dalla polizia, che indica, a sentire gli investigatori, diversi fattori allarmanti. Innanzitutto il ritorno dell’eroina (ultimamente la squadra mobile ne ha sequestrati quasi 4 chili) e poi è assai probabile che sia stata la malavita di spessore a ideare la stanza del ”buco” in modo tale da non creare il degrado con decine di siringhe sparse sui marciapiedi e, quindi, spacciare senza lasciare tracce e tenere lontane le forze dell’ordine.



Gli agenti delle volanti hanno fatto irruzione nell’appartamento riuscendo a precedere lo spacciatore che ha cercato di chiudere la porta blindata. Una volta all’interno è stata trovata una cassetta di sicurezza che conteneva oltre 150 dosi fra cocaina ed eroina. A finire in manette un romeno di 30 anni ma che è parente di un pregiudicato romano e proprio per questo suo legame gli era stato concessa dalla malavita la possibilità di spacciare.



Lungo via Brandizi ci sono le ”vedette” a volte anche minorenni, che controllano la zona e segnalano l’arrivo di carabinieri e polizia. Tornando alla stanza del ”buco”, gli investigatori hanno trovato anche bottiglie di plastica usate per fumare la cocaina. Lo spacciatore mette la polvere bianca, avvolta nella carta stagnola, sulla parte superiore della bottiglia che riempie con poca acqua. Poi buca la parte centrale della bottiglia di plastica e vi inserisce una cannuccia. A quel punto dà fuoco alla stagnola che crea il fumo dentro la bottiglia che il cocainomane aspira con la cannuccia.
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Il Messaggero