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Due anni di inferno tra stalking e minacce. «Ti punto la pistola in gola e ti sparo... attenta con chi esci che non c'ho paura di fare un omicidio». È solo dei tanti messaggi che un 23enne di Roma ha inviato alla ex. La giovane per giorni è stata presa di mira perché si è rifiutata di riallacciare una relazione sentimentale con lui. Vessazioni di ogni tipo, andate avanti dal 3 maggio al 2 luglio del 2020 per le quali la Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per le accuse di stalking e minacce.
Nel capo di imputazione viene ricostruita la vicenda nata dopo che la ragazza si è rifiutata di «intrattenere con l'uomo alcun tipo di rapporto». In particolare l'indagato ha cominciato a contattare gli amici della giovane per ottenere informazioni sui suoi spostamenti al fine di «ottenere un incontro» e minacciando di «spaccare tutto se non avesse trovato la ragazza sotto casa». L'uomo è poi passato alle vie di fatto con telefonate continue condite da minacce esplicite e insulti: «Ora vengo sotto casa tua e faccio un macello».
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Il 20 giugno di due anni fa dopo avere contattato la giovane per «convincerla a tornare con lui», all'ennesimo rifiuto l'ha minaccia di morte. «Ti punto la pistola in gola e ti sparo - le scrive -. Ora vengo dove abiti e giuro ti traumatizzo, a te non ti tocco ma uccido i tuoi genitori comincia a correre». Un clima di terrore che ha portato la vittima a presenta una denuncia alle forze dell'ordine. Per lui è scattata l'accusa di stalking aggravato per avere determinato nella vittima, difesa dall'avvocato Cristiano Brunelli, un perdurante e grave stato di ansia nonché un fondato timore per la propria incolumità».
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