Stadio Roma, il parere di Imposimato: nella delibera profili di incostituzionalità

Stadio Roma, il parere di Imposimato: nella delibera profili di incostituzionalità
Annullamento d'ufficio della delibera del Consiglio comunale che ha dichiarato di pubblico interesse il progetto di realizzazione del nuovo stadio di Roma. È quanto...

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Annullamento d'ufficio della delibera del Consiglio comunale che ha dichiarato di pubblico interesse il progetto di realizzazione del nuovo stadio di Roma. È quanto prevede il parere pro veritate chiesto dai 5 Stelle laziali e redatto dal Presidente onorario aggiunto della Cassazione, Ferdinando Imposimato secondo il quale l'interesse pubblico previsto dalla legge sugli Stadi (147/2013) non sussiste. Non solo: la delibera conterrebbe profili di incostituzionalità. Nel parere si indica la via dell'annullamento in sede di Conferenza di servizi Regionale, la vera sede "decisoria" del progetto. Successivamente anche l'Assemblea comunale dovrebbe annullare "in autotutela" la dichiarazione di interesse pubblico in base alle norme che prevedono l'annullamento d'ufficio di provvedimenti illegittimi. La mancanza dei requisiti di interesse pubblico deriverebbe dall'eccessiva estensione del piano che risulterebbe non solo priva di miglioramenti ma provocherebbe "peggioramenti" all'opera. Non ultimi quelli derivanti da rischi idrogeologici.


«In base a diversi pareri legali, anche molto autorevoli come quello del presidente Imposimato, ho spiegato ai consiglieri comunali M5S che non rischiano di dover risarcire personalmente l'As Roma se votano un'altra delibera sul progetto dello stadio. Possono decidere in libertà e in autonomia». Così l'avvocato Alessandro Canali, capo del gruppo legale M5S alla Regione Lazio, sull'incontro di due giorni fa con la maggioranza pentastellata in Campidoglio. Canali è stato incaricato dal gruppo regionale M5S di raccogliere e sintetizzare pareri sull'argomento, tra cui quello di Ferdinando Imposimato, presidente onorario Cassazione, vicino al Movimento. «Non vi è il rischio di un'azione risarcitoria diretta da parte dell'As Roma contro i consiglieri comunali - ha detto Canali -, ma solo contro il Comune e solo per le spese sostenute. Non ci sarebbe responsabilità diretta dei consiglieri, nessuna 'colpa gravè anche di fronte alla Corte dei Conti». I parlamentari Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, presenti all'incontro, «mi sembravano d'accordo», dice Canali.
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Il Messaggero