L'ex presidente di Acea Luca Lanzalone «ha dimostrato spregiudicatezza e pervicacia nell'asservire la propria pubblica funzione al privato» e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE: Stadio Roma, Lanzalone resta ai domiciliari
Lo scrive il gip di Roma, Maria Paola Tomaselli, nel provvedimento con cui ha ribadito gli arrestati domiciliari per l'avvocato genovese coinvolto nell'inchiesta sul nuovo stadio della Roma. Nell'interrogatorio, Lanzalone «ha reso dichiarazioni non solo del tutto svincolate, ma anche contrastanti con i dati probatori acquisiti» e le motivazioni fornite «dall'indagato in relazione alle utilità ricevute appaiono in taluni casi inverosimili e sempre contraddette dai dati probatori esistenti» scrive il gip. Il magistrato ha quindi confermato gli arresti domiciliari per Lanzalone per il «pericolo di inquinamento probatorio e recidiva elevato dovuto alle relazioni con organi di vertice della politica e dell'amministrazione».
«Il gip di Roma ribadisce con durezza gli arresti domiciliari a Lanzalone per il pericolo di inquinamento delle prove "dovuto alle relazioni con organi di vertice della politica e dell'amministrazione". Chi sono gli organi di vertice della politica cui si riferisce il giudice? Di certo aveva legami strettissimi col vicepremier Di Maio, di cui era consigliere, ed è stato scelto in Campidoglio su indicazione del ministro della Giustizia Bonafede». Lo scrive su Facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi.
«Insomma, Lanzalone - prosegue il deputato - resta ai domiciliari per i pericoli di inquinamento che derivano dal suo rapporto con i vertici del Movimento 5 stelle, quegli stessi vertici che l'hanno premiato con la nomina di presidente Acea, dove resta tuttora consigliere, e che oggi guidano il Governo. Sarà interessante leggere con attenzione le carte di questa indagine, comprese le intercettazioni telefoniche e ambientali». «Chissà - conclude Anzaldi - se il ministro Bonafede avrà ancora il coraggio di dire che questa inchiesta non lo riguarda per niente, come ha fatto in tv scappando dalle Aule parlamentari, e Di Maio la faccia tosta di scaricare ogni responsabilità sulla sola sindaca Raggi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero