Gli spari crudeli e la malattia, Pasquina adesso non c’è più

Gli spari crudeli e la malattia, Pasquina adesso non c’è più
Quando l’avevano raccolta in strada, dove giaceva immobile e agonizzante, lo scorso 31 marzo, avevano capito che avrebbe dovuto lottare per rimanere in vita. Perché...

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Quando l’avevano raccolta in strada, dove giaceva immobile e agonizzante, lo scorso 31 marzo, avevano capito che avrebbe dovuto lottare per rimanere in vita. Perché quelle ferite, causate da qualcuno che le aveva prima sparato e poi da qualcun altro che l’aveva investita (forse lo stesso criminale), erano difficili da far guarire. Portata al canile della Muratella e poi, nel giorno di Pasqua, presa in affidamento dagli Animalisti Italiani, aveva iniziato una lenta ripresa. Giorno dopo giorno, seguita da Emanuela Bignami, che le era stata vicina e l’aveva ribattezzata Pasquina, quasi a voler testimoniare una sua ideale rinascita. Era stato anche lanciato un appello, affinché qualcuno la adottasse e si prendesse cura di lei, dandole ciò che le era stato negato per tutta la vita. Ma questa storia non ha un lieto fine, perché quella cagnona dallo sguardo buono non ce l’ha fatta: con lei, il destino è stato crudele. «Non è bastato che ti avessero sparato dei cacciatori, che qualcuno ti avesse investito – ha scritto Emanuela in queste ore - Doveva arrivare quel male bastardo che ti ha riempito di metastasi e che ti ha tolto ogni possibilità». Ora Pasquina riposa per sempre, senza neanche la certezza che il folle che le ha sparato sia stato individuato.


marco.pasqua@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero