Spari contro una villetta a Roma (Case Rosse), paura per madre e figlio: proiettili trapassano la porta

Non si esclude la pista dell'intimidazione

Spari contro una villetta a Roma (Case Rosse), paura per madre e figlio: proiettili trapassano la poarta
Due colpi esplosi probabilmente da una pistola hanno trapassato il portone di una villetta a schiera, conficcandosi nei mobili dell'ingresso. Erano le 23.30 e a Case Rosse,...

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Due colpi esplosi probabilmente da una pistola hanno trapassato il portone di una villetta a schiera, conficcandosi nei mobili dell'ingresso. Erano le 23.30 e a Case Rosse, frazione di Settecamini per un soffio mercoledì sera si è evitata la tragedia. Quei due colpi potevano infatti raggiungere una delle persone che si trovavano nella villetta ma la donna e il figlioletto di 9 anni, che ci vivono da anni, erano in quel momento al piano di sopra, ognuno nel proprio letto. Sono stati svegliati dagli spari, esplosi a distanza ravvicinata. Due colpi, una manciata di secondi, qualche cane che ha iniziato ad abbaiare dai giardini dei vicini e poi il silenzio. Non è la prima volta che in via Cercepiccola arrivano le forze dell'ordine. Mercoledì è stata la volta dei carabinieri - stazione Settecamini e Nucleo investigativo di Tivoli - ma la scorsa primavera c'era arrivata la polizia (commissariato San Basilio). Perché sempre di fronte a quella villetta c'era stato un precedente "avvertimento".

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IL PRECEDENTE

All'epoca i colpi esplosi, sempre contro la porta furono tre, quando ancora il marito della donna e padre del ragazzino era lì domiciliato. Una vicenda che non si è mai chiarita, poi è arrivato l'arresto per l'uomo - originario della Sicilia - per un cumulo di pene relative a truffe e appropriazione indebita. Il suo nome non rientra nel novero di organizzazioni criminali né ha un trascorso personale di una certa caratura. Di fatto però dopo un primo avvertimento sono arrivati altri spari e per un fortuito caso non hanno raggiunto né la moglie né il ragazzino. Difficile risalire al calibro, considerato il fatto che le ogive si sono parzialmente distorte ma hanno forato nitidamente una porta, non in legno, conficcandosi a una certa profondità in un mobile che si trova nell'ingresso. Per i carabinieri che indagano sul caso non c'è dubbio che si tratti di un avvertimento.

L'AVVERTIMENTO

Un gesto intimidatorio rivolto molto probabilmente all'uomo che si trova da alcuni mesi in un carcere fuori regione. Il classico atto "dimostrativo" perché la persona interessata comprenda bene il messaggio. Quale però il "contenuto"? La moglie, una donna straniera ma integrata da anni in Italia, ascoltata per ore dai militari ha detto di non aver ricevuto minacce né palesi né latenti. Nessuna telefonata sospetta, ad esempio, nelle scorse settimane, nessun biglietto, nessuna preoccupazione mostrata dal marito nell'ultimo incontro che c'è stato fra i due. Lei, diversamente dall'uomo è incensurata: non ha pendenze né precedenti di polizia. Il figlioletto va a scuola con regolarità.

LE INDAGINI

Esclusa l'ipotesi che chi ha sparato abbia confuso il "destinatario" dell'avvertimento. Sia in ragione del precedente sia perché la villetta, seppur simile a molte altre non è confondibile. Sul posto purtroppo non ci sono videocamere utili benché alcuni occhi elettronici siano stati trovati. Ma sono "finti" usati dai residenti più per deterrenza verso possibili ladri o rapinatori. Sul posto sono stati svolti i rilievi anche se è difficile credere che chi ha sparato fosse a piedi. Alcuni residenti, infatti, che hanno poi chiamato i soccorsi, ascoltati anche loro come la donna e il figlioletto, avrebbero sentito, dopo gli spari, il rumore di un mezzo, forse di un'auto, che dava gas accelerando. Nessuno tuttavia ha visto nulla. Mercoledì sera alle 23.30 le imposte delle finestre erano chiuse, molti già dormivano. Di certo per la donna e il figlio è stata una fortuna essere a letto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero