È la scopa il filo conduttore che lega la Befana al mondo dei vegetali. Quella scopa rudimentale, composta da rami secchi di alberi e arbusti spontanei in campagna o nei...
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Prova ne sia il fatto che cavalchi la scopa al contrario, con le ramaglie davanti e il bastone dietro, anche se non viene quasi mai rappresentata in volo in questa posizione. La scopa della Befana è del modello più classico: quello di una volta, artigianale, realizzato solo con materiali naturali. È il prototipo della scopa moderna, ormai poco diffuso ma sempre reperibile, solo di fattura industriale, su Internet. La scopa originale ha un lungo manico di legno di salice, ma a volte anche di nocciolo (Corylus avellana), o di frassino, al quale sono legati, a un’estremità, più fasci affiancati di ramaglie, di solito di saggina: una varietà di sorgo (Sorghum vulgare o bicolor), una graminacea annuale coltivata proprio a questo scopo. Le fascine sono legate strettamente fra loro, e al manico di legno, con giovani getti flessibili ma molto resistenti di vimini (Salix viminalis e Salix alba), oppure di giunco (Juncus spp). Due piante che crescono sulle rive di laghi e fiumi.
Qualche volta la Befana viene rappresentata anche a cavallo della ramazza, la scopa da esterno.
Il Messaggero