Allerta terrorismo, 34 siti protetti dai militari: tra scuole, metro, monumenti e residenze

Allerta terrorismo, 34 siti protetti dai militari: tra scuole, metro, monumenti e residenze
Dalle stazioni della metropolitana alle scuole ebraiche e internazionali, dai luoghi storici come il Colosseo e piazza Navona a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio...

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Dalle stazioni della metropolitana alle scuole ebraiche e internazionali, dai luoghi storici come il Colosseo e piazza Navona a Palazzo Grazioli, la residenza romana di Silvio Berlusconi. Ecco dove sono di stanza i militari arrivati a Roma per fronteggiare l'allerta terrorismo. È una lista di 34 luoghi quella che la Prefettura di Roma ha consegnato all'Esercito per l'operazione “Strade sicure” voluta dal Viminale e dal ministro Angelino Alfano.




I soldati già dislocati sono 270 e provengono dai Granatieri di Sardegna di stanza nel Lazio, dalla Brigata meccanizzata Aosta - che ha base a Trapani, in Sicilia, una delle unità che vengono maggiormente schierate nelle operazioni all'estero, dal Kosovo al Libano - e dalla Brigata Sassari, uno dei reparti italiani più presenti nei teatri operativi di risoluzione delle crisi, e che è stata presente anche in Iraq a Nassiirya.

L'ORDINE

Altri 230 uomini sono già arrivati a Roma (in tutto sono 500) e nei prossimi giorni riceveranno dal prefetto Franco Gabrielli l'ordine sulle postazioni dove effettuare il servizio di sorveglianza speciale richiesto dal Ministero dell'Interno dopo gli attentati a Parigi e in Danimarca.



Sorvegliate speciali le stazioni della metropolitana. I presidi fissi riguardano le fermate di Anagnina, Laurentina, Eur Magliana e la “Stella polare” a Ostia Lido. I militari vigileranno anche su quattro scali delle ferrovie regionali: le stazioni di Ostiense, Trastevere, Tiburtina e Lunghezza.



Rafforzate le misure di sicurezza anche davanti alle ambasciate: il piano della Prefettura prevede una protezione speciale anche per le sedi diplomatiche che di solito non sono protette dalle forze armate italiane. I soldati sono stati dislocati davanti all'ambasciata della Tunisia, dell'Algeria, la rappresentanze dell'Egitto presso la Santa Sede e davanti all'ambasciata dell'Ucraina presso il Quirinale.



LUOGHI CULTURALI

I militari controllano anche i luoghi più visitati dai turisti: sono presenti al Colosseo, a piazza Navona, davanti alla Scala Santa di piazza San Giovanni in Laterano. Massima allerta anche in zona San Pietro, uno degli obiettivi dichiarati dei miliziani dell'Isis, che in diversi video, negli ultimi mesi, hanno raffigurato la Santa Sede al centro di un attentato terroristico. Ecco perché i militari presidiano sia l'ingresso dei Musei Vaticani, sia la Porta Sant'Anna, uno degli ingressi principali della città del Vaticano, normalmente protetta solo da una pattuglia di guardie svizzere.



LA RESIDENZA DELL'EX CAV

Nell'elenco dei luoghi presidiati dai militari, c'è anche Palazzo Grazioli, la residenza ufficiale dell'ex premier Silvio Berlusconi. Nella lista di Palazzo Valentini figura anche la sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di via Nomentana, a due passi da Porta Pia, e la residenza privata del ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, che a febbraio è finito nell'elenco dei nemici dello Stato Islamico, definito «ministro dell'Italia crociata».



I militari sono presenti anche in alcuni importanti sedi giudiziarie: dal Palazzo di Giustizia di piazza Cavour, che ospita la Corte di Cassazione, all'ufficio della Direzione Nazionale Antimafia di via Giulia. Protette anche due scuole internazionali, dove studiano i figli di alcuni diplomatici e che per questo vengono considerate possibili «obiettivi sensibili» dal Viminale: si tratta dell'Istituto internazionale Sacro Cuore, a Trinità dei Monti, e della scuola Marymount di via Villa Lauchli, zona Cassia.



Blindato anche il Ghetto e altre sedi della Comunità ebraica romana. Dalla Sinagoga alla Ludoteca ebraica, passando per il Centro di cultura ebraica, l'Istituto ebraico e tutte le scuole che fanno riferimento alla comunità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero