Una famiglia di "topi d'appartamento", la banda delle casseforti. Marito, moglie e fratello di origini macedoni avevano messo a segno fior di colpi in appartamenti...
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I poliziotti, coordinati da Giovanna Petrocca, hanno iniziato l'indagine a seguito di un furto avvenuto lo scorso marzo, in un'abitazione di via Catania; in quella circostanza vennero asportate due intere casseforti contenenti diversi fucili - regolarmente detenuti - molti orologi e denaro contante. Gli investigatori hanno ricostruito la vicenda partendo dalla visione delle telecamere di video-sorveglianza della zona, e ascoltando alcuni testimoni, che pensavano addirittura che i ladri fossero operai che stavano trasportando casseforti. Dalla targa parziale dell'autovettura utilizzata dai malviventi, e dalle descrizioni fornite dai presenti, si è riusciti a risalire ad un 34enne di origini macedoni, già noto alle forze di polizia.
Ulteriori accertamenti telefonici, e verifiche sul territorio, hanno poi permesso agli investigatori di individuare il luogo dove viveva l'uomo, una villetta in zona Borghesiana. All'interno sono stati identificati oltre N.G, - queste le sue iniziali - mente dell'organizzazione, anche sua moglie, J.S. di 32 anni, e il fratello minorenne dell'uomo. Ispezionando la dimora, sono stati trovati 3 fucili e 3 pistole, una parte delle armi rubate nello stabile di via Catania, e altre 2 pistole, provento di altri 2 furti effettuati in precedenza a Tor San Lorenzo e ad Alatri. Sequestrati inoltre anche munizioni e arnesi per la misurazione di diamanti. Marito e moglie sono stati condotti in carcere, mentre il minorenne presso l'istituto di Casal del Marmo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero