Roma, sfalci, appalto fermo e marciapiedi-giungla

Nella foto una situazione di criticità a piazza Zama
Nelle casse del Campidoglio ci sono 38 milioni di euro che devono essere ancora spesi per sfalciare i prati, eliminare le erbacce e restituire un volto meno degradato a Roma. La...

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Nelle casse del Campidoglio ci sono 38 milioni di euro che devono essere ancora spesi per sfalciare i prati, eliminare le erbacce e restituire un volto meno degradato a Roma. La Capitale, dopo anni di abbandono e di “cartoline” dal degrado con sfondo sulla Città Eterna, meriterebbe un trattamento migliore di quello ricevuto fino a oggi. 


E invece, ancora una volta, la strada è in salita, il bando non è partito e con l’arrivo anticipato del caldo l’erba inizia a crescere. Non è colpa della natura ovviamente, ma anche stavolta ci ritroveremo con prati selvaggi e marciapiedi stracolmi di erbacce. Già accade dopotutto nelle ville ma anche in strada.
Qualche esempio: via dell’Arco di Travertino, fermata dell’Atac, quella immediatamente precedente la stazione metro della linea A. 

Il marciapiede è sepolto dietro alle erbacce e non è semplice non inciampare. E anche vero che, se l’erba cresce sull’asfalto il compito di pulire tutto spetta all’Ama, ma solo se sui marciapiedi non vi è terra. 
Gli spartitraffico ad esempio con spianate di arbusti infestanti devono essere gestiti dal Dipartimento dell’Ambiente. E invece cosa sta accadendo? Dello sfalcio si sta occupando il devastato Servizio giardini “in economia”. Insomma con pochissimi mezzi e risorse, nonostante le ultime assunzioni.
 
Si aspetta l’avvio del mega bando e nel frattempo il Campidoglio trova una soluzione definita “ponte”. Sono 350 mila i fondi stanziati che dovrebbero salvare Roma dalla giungla verde che cresce incondizionatamente. Sono stati stanziati proprio in vista del caldo anticipato e i lavori dovrebbero iniziare a breve. 
Le soluzioni “ponte” sono note a Roma. In attesa (anche per anni) che diventi operativo un maxi bando per l’affidamento di un servizio di fondamentale importanza per la città, si usano soluzioni tampone. Lo stesso avviene ad esempio per le derattizzazioni sempre in attesa che parti la mega gara.
 
Ma i 350 mila euro che presto verranno impiegati per lo sfalcio dell’erba, sono sufficienti a gestire l’enorme patrimonio verde di Roma? Siamo dinanzi a 44 milioni di metri quadri di verde pubblico. Come ha spiegato recentemente dal Comune in una gara «i costi per la manutenzione ordinaria per il solo sfalcio risultano molto onerosi».
 
Facciamo qualche esempio: soltanto per il IX Municipio (dall’Eur all’Ardeatina) il bando prevede di impiegare oltre 6,5 milioni di euro. Si devono gestire gli spartitraffico (quelli di viale Beethoven, viale America) il parco Cesare Pavese e poi le aiuole della scalinata della chiesa San Pietro e Paolo.
Il II lotto riguarda i Municipi III e V: i fondi sono oltre 6 milioni di euro. Da gestire ci sono spazi enormi come lo spartitraffico di via di Portonaccio, largo Preneste, il parco Domenico Taverna al Collatino del quale più volte i residenti ne hanno denunciato il degrado e l’abbandono. 
 
Nel mega bando c’è anche via Cassia fortunatamente, quella che per un lungo tratto viene curata da Marin, un volontario che vive in una roulotte donata dalla comunità della parrocchia Beata Vergine Immacolata soprannominato, dai residenti il “Forrest Gump” della Cassia perché sotto la pioggia o il sole è sempre a lavoro. 

Intanto ci sono spartitraffico in città degni della giungla dove tra i rovi si trova di tutto tra sacchetti dell’immondizia abbandonati a cartacce. Il mega bando dovrebbe partire a breve e i romani non aspettano altro che vedere operai a lavoro, armati di cesoie, forbici e pale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero