Serpente sotto una roccia a Fiumicino. «Sembra una vipera», ma è un biacco. L’esperto: «Cerca cibo e calore»

Ad avvistarlo, una coppia a Fiumicino: nessuna cattura, la specie non è velenosa. Continuano gli avvistamenti nella Capitale

Serpente sotto una roccia a Fiumicino. «Sembra una vipera», ma è un biacco. L’esperto: «Cerca cibo e calore»
Gli avvistamenti nella Capitale proseguono: la stagione dei biacchi non è (ancora) terminata. Una specie non velenosa, molto comune in Italia: abile arrampicatore e...

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Gli avvistamenti nella Capitale proseguono: la stagione dei biacchi non è (ancora) terminata. Una specie non velenosa, molto comune in Italia: abile arrampicatore e nuotatore, il biacco inizia la stagione riproduttiva nel mese di aprile e verso luglio arriva la deposizione della femmina che schiuderà le uova tra la fine di agosto e i primi giorni di settembre. Il rettile, con una livrea nera a macchie gialle e lunga fino a 200 cm, è stato più volte avvistato nel corso degli ultimi mesi. Ovunque, tanto da scatenare, nel più dei casi, un vero e proprio panico perché, spesso, questi serpenti vengono scambiati con le vipere. L’ultima segnalazione arriva da Isola Sacra, frazione di Fiumicino dove una coppia - durante una passeggiata - ha notato un rettile nascosto sotto a una roccia. «Ci siamo spaventati, sembrava una vipera», racconta Daniela al Messaggero. «Ci siamo poi fermati, siamo rimasti immobili ed abbiamo scattato una foto per l'identificazione della specie e capire come comportarci», aggiunge la donna. Un biacco, dunque. Uno dei tanti che si aggirano non solo lungo le strade romane, sulle spiagge del litorale, ma anche nei luoghi più impensabili. 

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Il precedente

La scorsa settimana sono stati diversi turisti americani ad accorgersi di un altro esemplare ( Hierophis Viridiflavus, ndr) lungo un metro e 30 centimetri - nel corso di una passeggiata al Foro Romano. Una “sorpresa” del tutto inaspettata tra le statue e monumenti che da sempre sono considerati i simboli di Roma: il rettile si aggirava tra le pietre millenarie di uno spazio archeologico, un tempo il centro della vita pubblica e sociale della città. L’incredulità dei visitatori che sin da subito si sono chiesti: «Will it be a viper?». Nessuna specie velenosa, tantomeno una vipera. Solo l’ennesimo biacco che - come sottolineato dall’esperto Andrea Lunerti - utilizza le pietre come termoregolatore. «Le rocce, come le pietre seppur storiche, durante il giorno immagazzinano calore e per questo motivo diventano un “rifugio” per gli ofidi», specifica l’etologo. «In questo periodo poi - prosegue - stanno cercando di trovare più cibo possibile prima della fase invernale. Si avvicinano, quindi, negli ambienti domestici dove spesso sono soliti esserci gechi, topi e lucertole, loro prede».

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Il Messaggero