Roma, maxi sequestro di bar e ristoranti vicino al Vaticano: erano gestiti da camorra, 'ndrangheta e Casamonica

Maxisequestro di beni per un valore di 25 milioni di euro riconducibili a soggetti legati a camorra, 'ndrangheta e ai Casamonica e sigilli ancora una volta a bar e ristoranti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Maxisequestro di beni per un valore di 25 milioni di euro riconducibili a soggetti legati a camorra, 'ndrangheta e ai Casamonica e sigilli ancora una volta a bar e ristoranti del centro di Roma, nei pressi del Vaticano.

L'attività è il frutto di un'indagine patrimoniale, della Divisione Polizia Anticrimine che si è avvalsa del personale della Squadra Mobile, di 28 Commissariati e delle Divisioni Polizia Anticimine delle Questure di Avellino, Benevento, Caserta, Frosinone, Grosseto, Milano, Parma, Perugia, Pordenone, Reggio Calabria, Torino e Treviso.
Il sequestro è scattato nei confronti di beni riconducibili a nove persone «dall'elevato spessore criminale» e coinvolti «a più riprese in alcune attività investigative per delitti di particolare gravità, commessi anche in forma associativa, quali traffico e spaccio di stupefacente del tipo cocaina, proveniente dalla Calabria e destinata al mercato romano».

Le indagini che hanno portato a Roma al maxisequestro hanno alzato il velo su una vera e propria joint-venture criminale dedita non solo al traffico di stupefacenti ma anche ad usura, estorsioni, riciclaggio. Si tratta di un nuovo gruppo criminale trasversale, comprendente esponenti della 'ndrangheta, della camorra e della nota famiglia Casamonica, che si accordano formando di fatto una società d'interessi illeciti, finalizzata a riciclare nella città di
Roma i rispettivi profitti, di cui è stato effettuato il sequestro.

Il giudice nel provvedimento di sequestro parla di «pericolosità qualificata» dei soggetti «poichè gli stessi - anche quando non siano direttamente appartenenti ad associazioni di stampo 'ndranghetista - sono tuttavia pronti ad agevolare tali associazioni ed inoltre attuano altresì attività di riciclaggio». Le stesse società sequestrate, nel provvedimento sono indicate come «contenitori per la gestione di capitali provenienti da attività delittuose le cui prerogative sono anche quelle di costituire uno schermo atto a neutralizzare eventuali azioni giudiziarie ablative, di massimizzare, se possibile, ulteriormente i profitti ed offrire un volto presentabile di 'colletti bianchì capaci di contrattare con l'imprenditoria, ma anche con la pubblica amministrazione».

  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero