È la prima volta che un bookcrossing vero riguarda i bimbi. Partiamo dal basso, piccole stature, futuri in tasca. Il meglio ...
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Daniela Amenta
Si chiama “Librarsi” e più che un esperimento è una scommessa. Sul futuro di questa città, partendo anche dalle sue colonne portanti: i bambini.
Nato su iniziativa di tre giornaliste, è il primo tentativo di “bookcrossing” (leggi: scambio di libri) dedicato, oltre che agli adulti, ai più piccoli. Partito ieri, l’evento viene organizzato in un locale con vista fiume: il Biondo Tevere. Locale di memorie, frequentato da Elsa Morante, Alberto Moravia, Luchino Visconti. Il luogo per eccellenza di Pier Paolo Pasolini.
La rassegna, ideata dalla nuova associazione culturale Dasteros, è fatta di condivisione fra scrittori e pubblico, «tutti avranno i loro spazi», promettono le organizzatrici, che dopo l’evento di ieri replicheranno, intanto, il 20 e il 27 novembre. Fino a febbraio (per info sulle date c’è la pagina Facebook “Librarsi”) sarà presente, durante tutte le serate, il libro nel cassetto, un grande baule dove lasciare i propri manoscritti, un’iniziativa dedicata a tutti gli autori che non sanno come pubblicare i loro testi.
Ogni mese questi manoscritti verranno raccolti dalle case editrici o da altri scrittori affermati. «Un’idea culturale ma anche di condivisione, di incontro», che porta scrittori a duellare tra loro, a confrontarsi, interagendo con il pubblico. Anche quello formato dai più piccoli. Che sono la speranza di una città in cui il rischio dell’imbarbarimento e dell’impoverimento dei rapporti umani è sempre in agguato. E dove solo con la forza delle parole e della cultura si può sperare di neutralizzare i germi della xenofobia, dell’omofobia, dell’intolleranza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero