Non so dove andare a dormire, forse sotto il ponte Sant’Angelo. @ehytherajay Magari anche sopra Ponte...
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@ehytherajay
Magari anche sopra Ponte Sant’Angelo potrebbe dormire l’autore del tweet in cerca di un comodo giaciglio romano all’aria aperta. Perché, tanto, è già un accampamento e uno sgarrupato discount questo luogo che dovrebbe essere di pregio e non lo è: tra venditori di tutto, cartoni per esporre la merce lungo il selciato, stolker che chiedono soldi, bottigliette d’acqua abbandonate ovunque e vario degrado multicolor e multiculti. Come è tipico di Roma, senza distinzioni tra centro e periferie. Non è colpa del Giubileo che il ponte sia ridotto così, ma fa impressione che da un Giubileo all’altro, dal 2000 a oggi, lo spettacolo sia sempre uguale e nessuno abbia tentato di migliorarlo. «Sul Ponte Sant’Angelo, i marciapiedi sono tutti occupati dagli ambulanti africani. Allineano su bianchi teli distesi a terra le loro merci esentasse, offerte alla curiosità turistica o alla pietà ecumenica. E profughi della sovrappopolazione maghrebina, senegalese o nigeriana conquistano spazio giorno per giorno e metro per metro, verso il Lungotevere Castello e il Passetto di Borgo, instaurando un angolo di bazar simile a Djerma el-Fna di Marrakech».
Così scriveva un genio, Alberto Ronchey, nel suo libretto: «Accadde a Roma nell’anno 2000» (Garzanti). E’ rimasto tutto uguale a 16 anni fa o è anche peggio. Quando arriveranno i cammelli?
mario.ajello@ilmessaggero.it
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Il Messaggero