Per me il tono di voce è importante. Tu parli come la voce della metro B. #ciao @F_Stachanov Tra ritardi e...
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@F_Stachanov
Tra ritardi e affollamenti, un viaggio sui mezzi pubblici di Roma non è mai stato una passeggiata. Per fortuna l’Atac provvede ad alleviarci la fatica e i disagi offrendoci qualche occasione di divertimento. Provate a prendere il 90, da largo Labia alla stazione Termini. A bordo di quegli autobus moderni c'è una voce registrata che è uno spasso. Mentre si percorre la Nomentana, l'altoparlante diffonde l'annuncio: «Prossima fermata, esse Agnese», dove “esse” sta ovviamente per santa. Verso via XXI aprile il sorriso dei passeggeri non si è ancora spento quando arriva l'annuncio successivo: «Prossima fermata, ics ics i aprile». Cose che possono capitare alle voci registrate automatiche, come ben sa chi possiede un navigatore satellitare, e poi certi errori li fanno anche gli esseri umani: non è raro incontrare persone che chiamano lo storico leader afroamericano degli anni sessanta «Malcom decimo».
Ma noi preferiamo credere che lo sbaglio sia intenzionale. Sì, l'hanno fatto apposta per regalare un po’ di allegria a noi romani. Non si spiegano altrimenti quei cartelli comparsi tempo fa sulla linea 343 (gestita da una società privata, non dall’Atac) in cui si invitavano i passeggeri a “uscire dalla mezza porta” e si aggiungeva: “per favore, andare al posteriore”. In questa logica ricreativa, ci permettiamo di suggerire un piccolo possibile miglioramento del sistema di trasporto urbano: nelle stazioni della metro B si potrebbe avere forse uno speaker più vispo, al posto della voce attuale probabilmente incisa da un condannato a morte un istante prima di salire al patibolo. L’umore di tanti romani ne trarrebbe grande giovamento.
pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero