In viaggio con lo smartphone: quando è impossibile “staccare”

In viaggio con lo smartphone: quando è impossibile “staccare”
Ho bisogno di staccare». Un tempo, nell’attesa all’aeroporto di Fiumicino questa era la frase ricorrente e logorata, una sorta di «non ci sono più...

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Ho bisogno di staccare». Un tempo, nell’attesa all’aeroporto di Fiumicino questa era la frase ricorrente e logorata, una sorta di «non ci sono più le mezze stagioni» del turista. Oggi però ha guadagnato un nuovo significato perché tra smartphone, 4g e WiFi, roaming, SIM locali con traffico dati e messaggistica, non si stacca mai. È come se il mondo reale - lavoro e guai quotidiani - ci seguissero inesorabilmente anche nella foresta amazzonica.


Non essere raggiungibile ormai non è più contemplato e c’è anche una certa disapprovazione sociale se qualcuno non risponde a un messaggio WhatsApp legata al lavoro o alla riunione di condominio, anche se magari sono le 3 del mattino e si sta rilassando giocandosi una fortuna al casinò del Venetian di Macao. È una sorta di conto che dobbiamo pagare alla tecnologia e alle connessioni che hanno reso più semplice e più piccolo il mondo, più bello viaggiare.

È più facile acquistare un biglietto aereo, è più facile trovare la strada da un punto all’altro della città in cui siamo appena atterrati, possiamo rassicurare chi è rimasto a casa a costo quasi zero (ed essere rassicurati se chi è in viaggio è un nostro caro). Ma allo stesso tempo ci dobbiamo portare con noi il peso del mondo normale che non ci concede tregua neppure in viaggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero