Roma, segnaletica assente e piste in abbandono: ciclisti a rischio

Roma, segnaletica assente e piste in abbandono: ciclisti a rischio
Segnaletica assente, buche, fango e foglie che ricoprono l’asfalto. Non solo la sicurezza dei pedoni è a rischio nella Capitale: anche per chi usa le due ruote...

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Segnaletica assente, buche, fango e foglie che ricoprono l’asfalto. Non solo la sicurezza dei pedoni è a rischio nella Capitale: anche per chi usa le due ruote percorrere i tracciati a loro dedicati rappresenta un’incognita quotidiana. A fronte di alcuni interventi che pure sono stati eseguiti, come ad esempio la riqualificazione di un tratto di ciclabile a Castel Giubileo, ampie porzioni sembrano abbandonate al degrado e all’incuria. A partire dalla ciclabile del Tevere, che collega Nord e Sud della città da Saxa Rubra a Riva di Pian due Torri. «Sul tratto di via della Magliana, la segnaletica è sbiadita e alcuni tratti del manto stradale, ad esempio prima del viadotto, sono ammalorati, così come su via del Cappellaccio – dice Fausto Bonafaccia dell’associazione BiciRoma – Poi c’è il problema del fango sulla banchina del Tevere, che rende pericoloso, e a volte impraticabile, quel tratto». La manutenzione è scarsa.


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Gli utenti hanno anche creato un’apposita chat su Whatsapp, lanciata anche sulla pagina Facebook Salvaciclisti-Roma, «per scambiare in tempo reale “bollettini” sulla percorribilità della pista, in particolare per la presenza di acqua, pozzanghere, fango». Sulla Nomentana, il tratto più critico è tra da via Val Trompia fino a Prato della Signora. Cambiando quadrante, spostandosi sulla Colombo, piccole aree di cantiere, delimitate dall’immancabile rete arancione con effetto pollaio, interrompono la pista obbligando i ciclisti a scendere dalle bici per poter proseguire. 
E dove non sono ancora arrivati degrado e abbandono, a causare problemi è la convivenza con la mobilità a quattro ruote. Come sulla Tuscolana, dove la ciclabile è di recente costruzione. Qui i ciclisti sono obbligati a fare lo slalom tra le automobili che vengono parcheggiate un po’ dove capita.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero