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Il suono della prima campanella si avvicina, coinvolge oltre 787mila studenti nel Lazio. Ma all’appello in base alle stime dell’Ufficio scolastico regionale, mancano 113 presidi, 9mila insegnanti (solo 6mila a Roma) e 1.500 bidelli e impiegati scolastici. Torna così l’allarme precari.
Gli istituti sono sempre più a corto di cattedre coperte. I posti vacanti allarmano le famiglie che temono il solito rientro a singhiozzo senza una continuità didattica che mette a rischio il normale percorso scolastico. E cattedre coperte a mesi alterni, per metà anno fino all’arrivo del docente annuale assegnato dal ministero che scalza d’ufficio quello nominato supplente dalla scuola. I sindacati di categoria prevedono ben altre cifre, definendo «ottimistici» i dati dell’Ufficio scolastico. «Solo nella capitale e nella sua provincia mancano seimila insegnanti, nonostante «l’impegno fortissimo, su spinta ministeriale, a coprire il maggior numero di posti disponibili con personale di ruolo», sottolinea la neo direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Anna Paola Sabatini, ossia 5 mila nuovi insegnanti assunti a tempo indeterminato nel Lazio.
I DATI
«Sono una goccia nel mare, non sono sufficienti», commenta Alessandro Tatarella, segretario regionale della Cgil Scuola.
IL SISTEMA INFORMATICO
Nel frattempo, le scuole sono in attesa dei nuovi supplenti. Le procedure per l’affidamento delle cattedre annuali sono previste tra fine agosto e inizio settembre con il famigerato algoritmo, il sistema informatico che associa gli insegnanti in graduatoria ai posti vacanti, pronto ad assegnare le cattedre vuote. «Speriamo di non trovarci come ogni anno con le classi senza il corpo docente al completo fino a dicembre», così la presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio e dirigente del liceo scientifico Newton, Cristina Costarelli.
Anche se le procedure di nomina procedono potrebbero crearsi problemi proprio per via dell’algoritmo, macchina che si è spesso inceppata, allungando i tempi «per via - ancora Costarelli - degli errori che si immettono nel sistema e che vengono fuori nel mezzo delle procedure: punteggi non corretti o il numero delle cattedre da coprire sbagliato». Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma precisa: «Mancano all’appello 113 presidi, ma saranno sostituiti entro fine agosto da reggenze. Si tratta di colleghi per lo più distaccati presso ministeri, sindacati, università, associazioni e dunque non disponibili, che bloccano però il trasferimento di altri presidi di ruolo». Quanto ai docenti ammette: «Non ci sono stati i concorsi per cui dovranno essere mandati dei precari supplenti annuali scelti con l’algoritmo, sistema informatico che dovrebbe garantire non in tempi biblici la copertura. Speriamo solo non arrivino a febbraio».
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Il Messaggero