«Ce l’ho, mi manca, mi manca». Non è un gioco anche se - a vederli dall’alto di una cattedra gli incastri che i presidi delle scuole della Capitale...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Scuola, certificato medico per le assenze? Nel Lazio obbligo dopo 3 giorni negli asili e 5 dalle elementari ai licei
Roma, bambino autistico costretto a tornare a casa. Il padre: «Manca il prof di sostegno»
I NUMERI
«Partivamo da 5 mila - conclude Pinneri - dovremmo essere arrivati a nominarne 4 mila». Della quota che manca - ovvero mille -, il 75 per cento ricade su Roma. Morale? Da qui ad ottobre, fino a quando non si riuscirà a procedere con la nomina delle supplenze annuali, in molti classi (e nella Capitale sono circa 13 mila) salteranno in media - stando ai conti della Uil Scuola - 20 ore di lezione. Le materie che ad oggi sono scoperte, per di più, sono materie in alcuni casi di indirizzo in altre fondamentali per la crescita e l’istruzione dei ragazzi.I PRESIDI
«Perché - come spiega Cristina Costarelli, dirigente dello Scientifico Newton e vicepresidente dell’Associazione nazionale presidi - stare a scuola senza professori non ha senso». Nel suo liceo mancano (ovviamente) insegnanti di indirizzo: «Quattro di Matematica e Fisica». La campanella è suonata: ieri la stragrande maggioranza delle scuole romane ha riaperto, all’appello mancano 15 istituti comprensivi che per lavori di edilizia leggera o più strutturali ancora in corso hanno deciso di posticipare la ripresa al 24 settembre. «Ma non è stata una partenza eccellente - commenta la preside del liceo Orazio Maria Grazia Lancellotti - a noi manca il 20% dell’organico su materie come Latino, Greco, Lingue straniere. Fino alla fine di settembre ridurrò il tempo da sei a quattro ore». Se da una parte il ritorno a scuola, da un punto di vista psicologico, archivia la grande paura del “lockdown” e tutto quello che ha comportato per gli studenti, non avere nessuno in cattedra a spiegare una lezione equivale a riempire un contenitore ma lasciarlo in parte vuoto di significato.LE MANCANZE
Tutti gli anni è la stessa storia: docenti che mancano, supplenti che non si trovano, classi spezzate in più sezioni dove a firmare il registro c’era qualcuno, almeno nei primi giorni. Ma quest’anno è diverso. «L’assenza dei docenti si fa sentire di più, è inevitabile», aggiunge la preside dello Scientifico Righi Monica Galloni. Da lei mancano all’appello «Tre docenti di Matematica e Fisica - fa di conto - due di Lettere, uno di Filosofia, potrei iniziare a chiamare i supplenti dalla graduatoria di istituto ma non ho gli assistenti amministrativi per farlo, arriveranno mercoledì». Da domani si aprirà comunque il valzer perché non è detto che a ogni chiamata corrisponda una risposta positiva. Al Classico Dante Alighieri restano da trovare «Un docente di Scienze motorie - spiega la preside Maria Urso - e dovremo colmare 12 ore di Scienze e quattro ore di Storia dell’arte», al Giulio Cesare mancano quattro insegnanti, soprattutto di Latino e Matematica. E non va meglio nelle scuole d’infanzia o negli istituti comprensivi. Al Valente ad esempio, quartiere Collatino, «Abbiamo una carenza su materna, elementare e media - spiega la preside Rosamaria Lauricella Ninotta - di 18 docenti». Ma la scuola ieri è iniziata. Leggi l'articolo completo suIl Messaggero