Covid Roma, i licei non riaprono: 180mila studenti a casa fino a gennaio

«Io mi stupirei se il 4 dicembre potessimo tornare tutti a scuola con le lezioni in presenza; purtroppo le condizioni non ci sono e per questo è importante che la...

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«Io mi stupirei se il 4 dicembre potessimo tornare tutti a scuola con le lezioni in presenza; purtroppo le condizioni non ci sono e per questo è importante che la didattica a distanza sia fatta bene». Rocco Pinneri direttore dell’Ufficio scolastico regionale del Lazio è quasi certo che gli studenti delle scuole superiori resteranno a casa anche nelle prossime settimane «almeno fino al sette gennaio», spiega. Decisioni ufficiali ancora non ce ne sono ma la Regione sta ragionando sull’ipotesi di proseguire con lo stop alle lezioni in presenza almeno fino al termine del 2020. A prescindere dalla condizione epidemiologica che si avrà al prossimo 3 dicembre quando scadrà l’ultimo Dpcm del governo.

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Il provveditorato

«Sicuramente - aggiunge Pinnneri - la situazione da settembre è peggiorata, le scuole dove non si sono registrati dei casi positivi sono in realtà delle mosche bianche perché in tutti gli istituti c’è o c’è stato almeno un caso. Altre scuole invece sono state interessate da veri focolai». Ad oggi anche gli istituti che sono rimasti aperti, ovvero le elementari e le medie, continuano a segnalare casi sospetti alle Asl. Certi che la condizione resterà quella odierna, con gli studenti dei licei e dei professionali a casa, fatta esclusione per quelli che devono svolgere i laboratori, i ragazzi portatori di handicap che possono frequentare (ovvero circa 700 sui 7mila iscritti nel Lazio) così come i figli di medici e personale sanitario, anche i presidi: «Sarebbe un rischio riportare tutti in classe - commenta Mario Rusconi a capo dell’Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio - ma non per quello che può avvenire dentro le strutture quanto più per gli aspetti legati agli spostamenti». Il tallone d’Achille del sistema restano infatti i trasporti, il modo e il tempo che gli studenti vivono da che escono da casa a che arrivano in classe. Per il momento le 48 linee dell’Atac usate per il trasporto scolastico sono state sospese. Saranno sicuramente riattivate mentre la prossima settimana partirà il bando Astral da 20 milioni di euro per recuperare almeno 300 bus privati da mettere al servizio di Roma Capitale. Calendario alla mano, inoltre, i giorni di presenza per il mese di dicembre sarebbero comunque “risicati”. «Il 4 dicembre - prosegue Cristina Costarelli vicepresidente dell’Anp e dirigente al liceo Scientifico Newton - cade di venerdì, poi ci sarebbe il ponte dell’Immacolata e infine le vacanze di Natale». Di fatto si tratterebbe di riaprire le scuole per sole due settimane prima della pausa delle vacanze natalizie con il rischio di trovarsi poi al problema di partenza ovvero quello legato ai trasporti.

I numeri 

Ad oggi lontano da scuola - benché quasi tutti gli istituti abbiano ricevuto i famigerati banchi monoposto - sono 261.900 studenti in tutto il Lazio. Di questi «circa 180mila - conteggia ancora Pinneri - si concentrano nelle scuole di Roma», anche se poi sono residenti nell’hinterland. Centottantamila studenti che almeno nel 40% si muovono usano bus e metro per raggiungere la scuola. Come vanno invece i contagi? «Ho chiesto un monitoraggio aggiornato - conclude Pinneri - dal momento che quello elaborato dal ministero dell’Istruzione è stato sospeso per non sovraccaricare troppo i presidi nel rendicontare settimanalmente tutte le situazioni. Se ne occupano le Asl sulla base delle segnalazioni che ricevono» ma un dossier aggiornato deve ancora essere prodotto. L’ultimo risale alla metà di ottobre quando ancora tutte le scuole erano aperte e il Lazio, con Roma in testa, contava il più alto numero di studenti posti in isolamento domiciliare perché positivi o venuti a contatti con casi accertati: 12.749 giovani. 

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Il Messaggero