Se la campanella fa rima con gioventù

Se la campanella fa rima con gioventù
La gente che «beata tu che vai a scuola al centro di Roma» No raga, no @xmikasweetx  La campanella è tornata a suonare....

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La gente che «beata tu che vai a scuola al centro di Roma» No raga, no

@xmikasweetx 

La campanella è tornata a suonare. E i ragazzi un po’ la maledicono perché vuol dire che sono finite le vacanze. E già, dall’Aurelio a Montesacro, dal Quadraro ai Parioli i “giovanotti de sta Roma bella” ricominciano ad alzarsi presto, a fare colazione e a vestirsi di corsa. E poi destinazione scuola: in auto con mamma, in scooter dietro a papà, in bus o in metro e i più fortunati a piedi. 

Ma in realtà quella campanella che ricomincia a suonare avverte la città che tornano emozioni e paure, avventure e delusioni: c’è chi andrà in una nuova scuola dall’altra parte di Roma e dovrà faticare a farsi accettare dai nuovi compagni, chi si scontrerà con una prof antipatica, chi incontrerà invece l’amico di tutta la vita o l’insegnante che gli aprirà le porte della letteratura o della storia, della matematica o della musica. Per qualcuno arriverà la paura di non farcela e per qualcun altro il primo amore. Comunque, emozioni forti vissute tra le strade e le piazze di Roma che resteranno impresse per sempre nei cuori di ognuno.

E i genitori? I genitori sono e saranno lì a vivere di riflesso tutto questo: provando, quando li vedono tristi, a parlarci nel traffico di corso Francia, a cercare di farsi raccontare i problemi mentre li accompagnano al torneo di tennis sulla Salaria o solo a stargli vicino davanti a un cheese burger di Mc Donalds. Sempre con quel dubbio lacerante di fare troppo o troppo poco per i loro figli.

Ecco, ragazzi non maledite quella campanella perché quando non la sentirete più probabilmente da figli sarete diventati genitori e quel dubbio sarà vostro.

davide.desario@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero