Scuola: aule al gelo, mense nel caos e poche mascherine Ffp2. «Difficile arrivare a fine anno»

Molti istituti non hanno sistemi di areazione

Aule al gelo, mense nel caos e poche mascherine Ffp2. «Difficile arrivare a fine anno»
Finestre aperte per aerare le aule. E i ragazzi studiano al freddo. Il comitato nazionale IdeaScuola aveva già presentato a settembre la proposta di adottare dei filtri...

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Finestre aperte per aerare le aule. E i ragazzi studiano al freddo. Il comitato nazionale IdeaScuola aveva già presentato a settembre la proposta di adottare dei filtri speciali, studiati per la purificazione dell'aria. Il Campidoglio insieme alla Regione Lazio, lo scorso 5 gennaio ha chiesto un parere scientifico allo Spallanzani per la soluzione sperimentata in Ue come strumento anti-Covid. In attesa che le istituzioni sciolgano il nodo sulla ventilazione degli ambienti scolastici però, agli alunni non resta che fare lezione al freddo.

Scuola, aule al freddo e mense caos

 

Con le basse temperature esterne e i caloriferi che non tengono il passo, al liceo scientifico Darwin al Tuscolano ieri mattina gli alunni hanno partecipato alle lezioni indossando, oltre alla mascherina, anche cappello sciarpe. Ma anche sui dispositivi di protezione - Ffp2 - ci sono non pochi problemi.

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Come stabilito lo scorso 24 marzo, sono destinate al personale scolastico dove sono presenti alunni esonerati dall'obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ma le nuove forniture sono arrivate a macchia di leopardo: «Sapevo che non era arrivato nulla a scuola e ho provveduto da sola ad acquistarla» racconta Tiziana Rossi impiegata nella segreteria dell'istituto tecnico Edmondo De Amicis di via Galvani a Testaccio. Lo stesso copione si ripete nelle scuole della Garbatella, dell'Eur e di San Giovanni. Le scorte assicurate dal governo a dicembre sarebbero comunque in arrivo. Intanto però prof e personale scolastico stanno provvedendo da soli all'acquisto delle Ffp2.
DERRATE ALIMENTARI
Infine, l'assenza in massa dei piccoli alunni ha causato un'altra emergenza: il cibo in avanzo nelle mense scolastiche. I cuochi delle ditte avevano previsto un calo degli studenti e quindi, per il primo giorno di rientro dalle vacanze, il menù era stato già riprogrammato.


Ma solo ieri mattina, tra le 8 e le 9, durante l'appello è stato possibile accertare il numero degli alunni presenti. «Per il primo pranzo abbiamo risolto con porzioni più abbondanti destinate agli studenti presenti in mensa. Con questo sistema abbiamo evitato sprechi e pasti non consumati» conferma Valeria Sentili, vicepresidente di Assopresidi e dirigente dell'Istituto comprensivo Francesca Morvillo di Tor Bella Monaca che precisa: «Ci troviamo a fronteggiare molte variabili in questo momento, tra cui anche quella delle derrate alimentari che non avevamo mai affrontato prima. Il sistema va rimodulato e noi lo stiamo riprogrammando».

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La questione delle derrate alimentari riguarda le scuole elementari e medie con le ditte che erano state allertate delle possibili riduzioni. Una contromisura che, almeno ieri, è stata appena sufficiente: «Nei prossimi giorni abbiamo previsto ulteriori flessioni nelle presenze - aggiunge la preside Sentili- è molto complicato fare delle previsioni, la pandemia e l'andamento del contagio non ce lo consentono. Tuttavia siamo certi che nei prossimi giorni i numeri si assesteranno». Il picco dei piccoli studenti contagiati è stato registrato tra l'ultima settimana di dicembre e la prima di gennaio: «Ci aspettiamo un rientro alla spicciolata degli studenti che sono al termine della malattia e della quarantena anche per i tanti docenti che sono in malattia. L'urgenza è tornare quanto prima alla normalità perché sarà difficile arrivare alla fine dell'anno in queste condizioni. Vogliamo assicurare a tutti lezioni in presenza e continuità didattica - conclude - ma le criticità sono ancora molte».

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Il Messaggero