Partono solo 35 dei 136 corsi programmati e centinaia di studenti che avevano sperato di poter trovare lavoro grazie a lezioni per diventare orefici, restauratori di mobili e...
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Alla base del caos il blocco nella stipula dei contratti alla maggior parte dei docenti che quest'anno non hanno firmato ancora il contratto. La causa, spiegano dal Campidoglio, è di tipo giuridico. Il decreto sulla pubblica amministrazione impedisce la permanenza di contratti precari nel pubblico impiego. Si parla in pratica di 60-80 insegnanti rimasti fuori perché avevano contratti a tempo: solo 11 sono di ruolo e solo questi ultimi hanno potuto iniziare le lezioni. Sono partiti solo 35-40 corsi sui 136 totali. Il timore di docenti e studenti è che «la Scuola possa chiudere» considerando l'evidente spreco di risorse per tenere in piedi enormi edifici esclusivamente per poche classi. Ma dal Campidoglio l'assessore allo Sviluppo economico Adriano Meloni fa sapere: «Non sussiste alcun rischio di chiusura. Si è arrivati a un accordo con Città Metropolitana, che consentirà - entro pochi giorni - l'avvio di tutti i corsi previsti e il regolare svolgimento delle lezioni». «Gli organi competenti avrebbero dovuto risolvere i problemi molto prima» dice Roberto Cumbo, coordinatore di tre dei quattro istituti.
Davide Bordoni, che per 5 anni è stato assessore alle attività produttive,formazione e lavoro di Roma Capitale dal 2008 al 2013, è qui per sostenere i manifestanti. «Sembra che non ci sia capacità di organizzazione.Si tratta di pianificare.Non e' stato fatto niente.In questo modo si fa saltare la formazione professionale del comune di Roma che è una realtà unica e che porta lavoro ai cittadini.Noi siamo qui per sostenerla.E aspettiamo delle risposte».
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Il Messaggero