Scuola, piano dei presidi: voti anticipati agli alunni. «Misura anti-lockdown»

Non è un piano B, è un piano di emergenza per portare avanti i programmi ministeriali in qualsiasi condizione, dunque sia che si insegni con la didattica in...

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Non è un piano B, è un piano di emergenza per portare avanti i programmi ministeriali in qualsiasi condizione, dunque sia che si insegni con la didattica in presenza, sia che si debba optare per quella a distanza. E l’idea dei presidi, che stanno già testando nelle scuole lo stato di apprendimento attuale e potenziale dei ragazzi che devono seguire i corsi di recupero, è quella di controllare con maggior frequenza le competenze degli alunni prima della fine del quadrimestre. Sì, vorrà dire più interrogazioni e più verifiche, in sostanza più modi per avere un riscontro del lavoro degli studenti. 


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I BISOGNI FORMATIVI 
A che serve? A recuperare il tempo perso? No, non tanto questo. È utile e proficuo per i docenti che dovranno, anche a distanza, essere orientati e ancora più sensibili ai bisogni formativi dei ragazzi. Spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Presidi: «Sì, vuol dire che dopo un mese o un mese mezzo di lezioni si fa un piccolo stop e si procede immediatamente a verificare quanto è stato appreso». E così al termine di quella verifica, si potranno avere a disposizione dei voti sentinella, delle fotografie sullo stato del programma ministeriale. Le classi non sono mai omogenee, c’è chi va avanti e chi rimane indietro. 

LE PROVE
E una parte degli studenti ha capito, nei lunghi giorni della quarantena che è importante che quel sapere sia effettivamente trattenuto, interiorizzato. «Ci sono studenti che durante il lockdown mi chiedevano se potevano prendere parte ai miei corsi di recupero online per i ragazzi che avevano più difficoltà con la materia, io ho accettato naturalmente», racconta Mariacristina Pizzichini, docente di matematica al Giulio Cesare. Questo per dire che durante il lockdown c’è anche chi ha capito questo aspetto prezioso della scuola: imparare e mettersi alla prova. 

IL FEEDBACK
«La valutazione non è solo un voto ma è un feedback fondamentale», ripete Rusconi. Il primo quadrimestre finirà il 31 gennaio. Molto prima di quella data dunque i professori dovranno avere a disposizione un ventaglio di valutazioni attraverso il quale impostare il lavoro se la didattica tornerà a distanza. 

Come si fa? Se c’è una tematica molto vasta si sdoppia in più cicli e alla fine di ogni ciclo si sottopongono i ragazzi a una verifica per controllare se c’è un feedback di apprendimento effettivo sui contenuti. Questa strategia dà un doppio vantaggio: si tengono “agganciati” i ragazzi e ci si prepara a tutto, anche al peggio, a richiudere le aule. 

Durante il lockdown i prof hanno già sperimentato delle griglie di valutazione nuove create ad hoc per la didattica a distanza in cui si misuravano le competenze, la conoscenza dei contenuti ma anche la partecipazione alle videolezioni, la frequenza degli interventi. 
Ora le verifiche a breve termine potranno essere utilissime a capire se l’alunno rimane ancorato alle lezioni e quindi ai contenuti.

«Quando siamo partiti con la didattica a distanza il capitolo sulle valutazioni è rimasto all’inizio molto nebuloso per cui i voti non venivano trascritti subito sul registro elettronico e a maggio ci siamo trovati a ridosso della fine del secondo quadrimestre senza giudizi precisi, cioè senza voti numerici e descrizioni dettagliate sullo stato di apprendimento dell’alunno», racconta una docente di italiano di un liceo scientifico. 

I TEST ANCHE A CASA

In questo modo il feedback sulle lezioni è più stringente, immediato. In questa ottica la scuola si prepara a indossare l’elmetto: il programma verrà svolto da subito e si calendarizzeranno test, verifiche e interrogazioni molto più spesso. E più snelle. Significa che l’argomento verrà spezzettato in più moduli subito verificabili anche a casa. «Riprendete in mano le classi», hanno ripetuto i presidi ai docenti più e più volte. E così sarà, si torna a scuola, a ritmo più serrato, anche con le care vecchie interrogazioni a sorpresa.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero