Nessuna copertura del servizio durante lo sciopero e nemmeno un dipendente comandato per garantire la circolazione dei treni. Due falle che si sono verificate nel sistema,...
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I FRONTI
Un'inchiesta, quest'ultima, che si accoda ad altre due già in piedi: quella penale per interruzione di pubblico servizio aperta ieri dalla Procura dopo l'esposto del Codacons e quella interna, avviata sempre ieri e che oggi, secondo l'annuncio del sindaco Ignazio Marino, dovrà emettere i primi provvedimenti. Anche pesanti «tanto da non escludere i licenziamenti». E qui viene il bello di una vicenda ancora tutta da scrivere e che rischia di rivoltarsi contro il Campidoglio o, almeno, contro i vertici di Atac. Ieri mattina è stato ascoltato dalla commissione interna il dirigente della Dct, la direzione centrale traffico della Garbatella da dove sarebbe partito l'ordine ai macchinisti di far fermare il treno e far evacuare i passeggeri. Anche se in questo caso la ricostruzione non è ancora chiara come dimostrano gli audio e i video circolati su internet negli ultimi giorni. Il dirigente della Dct ha eseguito un ordine da un proprio superiore o ha deciso di testa propria? Di sicuro al macchinista a cui è stato imposto lo stop non rimaneva che ubbidire, a suo rischio e pericolo. Ciò che sta emergendo in queste ore però è più complesso e riguarda l'intera catena di comando, dal responsabile della linea A fino a quello dell'intero servizio ferroviario, «rei» di non aver rispettato la circolare emanata lo scorso 14 aprile. Una serie di disposizioni disattese scritte e, al tempo stesso, disattese da Atac: si sarebbero dovuti attivare tra il personale dei turni speciali durante lo sciopero con la possibilità di attivare il ”comando” nei confronti dei dipendenti. Cose che non sono accadute. «L'amministrazione non è stata capace di gestire una situazione di cui era stata debitamente avvertita - dice il senatore di Ncd Andrea Augello - con il preavviso previsto dalla legge. Per questo chiediamo che un'ispezione del Ministero accerti le reali responsabilità dell'intera catena di comando, mentre ci riserviamo di presentare un esposto alla Procura». In Campidoglio le bocche sono cucite fino ai risultati dell'indagine interna, attesi in serata. Ma c'è chi sostiene che la situazione sia sfuggita di mano proprio al Comune, troppo interessato a colpire la casta dei macchinisti (lavorano meno dei colleghi di Milano e percepiscono oltre 3.000 euro al mese) da non far rispettare le procedure previste per garantire il servizio nonostante lo sciopero dell'Ugl. Una storia già vista, secondo l'opposizione, a Capodanno con i vigili urbani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero