Scioperi bianchi Atac, pronte sanzioni: 4 macchinisti su 10 non timbrano badge

Scioperi bianchi Atac, pronte sanzioni: 4 macchinisti su 10 non timbrano badge
Le prime sanzioni contro lo sciopero bianco dei macchinisti che anche ieri hanno rallentato i treni della metro A e B stanno arrivando. Il 40 per cento, secondo il sindaco,...

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Le prime sanzioni contro lo sciopero bianco dei macchinisti che anche ieri hanno rallentato i treni della metro A e B stanno arrivando. Il 40 per cento, secondo il sindaco, rifiuta di usare il badge elettronico (un tempo si sarebbe detto «di timbrare il cartellino»). All'Atac si stanno valutando tutte le soluzioni, anche le più radicali, come la sostituzione con colleghi acquisiti da altre aziende, ad esempio da Ferrovie.




Il prefetto è stato informato della situazione di crisi e si potrebbe arrivare alla precettazione. L'inchiesta interna sarà conclusa in pochi giorni: se si dovesse dimostrare che alcuni macchinisti hanno applicato delle forme di protesta irregolari, saranno sanzionati o anche licenziati. Allo stesso modo l'Autorità garante degli scioperi attende di ricevere una relazione. Ieri i report sull'andamento del traffico erano ancora negativi: ritardi sulla A e sulla B, appena un treno ogni 30 minuti sulla Roma Lido. In sintesi: prosegue il caos sulla metro.





TRATTATIVA

Oggi l'assessore ai Trasporti, Guido Improta, vedrà i sindacati (da cui è partita la richiesta dell'incontro) per tentare di riallacciare il dialogo. I vertici di Atac stanno già trattando sul contratto integrativo disdetto, visto che prevedeva una serie di benefici economici che non potevano essere misurati sulla base alle ore realmente lavorate. E qui si arriva a uno dei punti chiave dello scontro: l'uso del badge introdotto dal primo luglio. Quattro macchinisti su 10 si rifiutano di timbrare il cartellino. Atac vuole aumentare da 736 a 950 le ore lavorate all'anno e vuole farlo con uno strumento di misura imparziale. Il sindaco Ignazio Marino ha spiegato in un videomessaggio su Facebook: «Molti treni della A e B non sono usciti dalle stazioni, abbiamo avuto gravi rallentamenti, assembramenti di persone e disagi. Ho chiesto al direttore generale dell'Atac, Francesco Micheli, di mettere insieme una task force per studiare i comportamenti individuali e capire esattamente cosa sta accadendo, e se è il caso di arrivare a delle sanzioni. Abbiamo, purtroppo, il 40% dei macchinisti che si rifiuta di timbrare il cartellino. Io credo che questo sia inaccettabile». Marino e Atac hanno concordato di far scendere nelle stazioni 120 dipendenti del customer care per contingentare gli afflussi quando, a causa della diminuzione dei treni che passano, si affollano troppi passeggeri sulle banchine.



REAZIONI


I sindacati sanno che la situazione è incandescente. Gianluca Donati, Cisl: «Annullare parte della contrattazione integrativa del personale e modificare in un sol colpo la gestione della vita dei lavoratori non poteva che provocare scossoni». Alessandro Capitani, Cgil, contesta il confronto con i macchinisti dell'Atm di Milano che lavorano 1.200 ore all'anno rispetto alle 736 dei romani: «Gli sprechi di Atac sono altri. Sull'evasione tariffaria, a Milano vengono erogate sanzioni per 8 milioni, a Roma 1,5. Tutto questo in un'azienda che ha 80 dirigenti, di fronte ai 31 di Atm». Alessandro Onorato (Lista Marchini): «Il trasporto pubblico è ormai da terzo mondo e la colpa è sempre di qualcun altro. Al sindaco resta la possibilità di togliere il disturbo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero