Si tratta di un uomo adulto, ma comunque giovane. Altro poco più di 160 centimetri. Vissuto circa 1700 anni fa. Sullo stato di salute, l'alimentazione, cause del...
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Roma, scheletro di 1.600 anni fa spunta davanti alla metro Piramide Le ipotesi
IL RACCONTO «Ma dai, è uno scheletro umano vero». «Ma quanti denti ha? Ce l’avessi io tutti ‘sti denti!» «Ma chi è?» Le battute sono fioccate a catinelle, bontà sua. «Aspettava la metro!», «Ma chi è, qualcuno che non ha pagato il biglietto?». Come non frenare qualche prosaico commento visto che lo scheletro è riemerso da uno scavo proprio davanti alla stazione Piramide. A scoperchiare la sepoltura antica, un “banalissimo” intervento per la rete elettrica condotto dall’Acea. Ma a Roma, è un classico. Il cliché non viene smentito, neanche nel terzo millennio: basta scavare e spuntano reperti. Anche questa è Roma.
Se ne sono resi conto i tantissimi romani, turisti, curiosi, pendolari del trenino Ostia Lido che si sono trovati di fronte, pardon, sotto i piedi, una tomba millenaria. Di ben 1700 anni fa circa. «Corri, a mamma, vieni che ti faccio la foto con lo scheletro». «Ma i cristiani li seppelliscono con le braccia incrociate sul petto, questo ha le braccia stese», qualcuno azzarda una lettura più scientifica. A fare chiarezza sono gli archeologi della Soprintendenza statale, che ieri mattina si sono ritrovati assediati da una folla di gente, pronta alla gara di selfie col “morto”.
L’IDENTIKIT A terra, ad appena 70 centimetri di profondità, giace uno scheletro antico, probabilmente di età tardo romana, riconducibile forse al IV-V secolo d.C.: «la datazione precisa è difficile in queste fasi, perché la tomba è stata profanata di tutto il corredo di vasellame, che invece avrebbe aiutato l’interpretazione», spiegano.
LA NECROPOLI Probabilmente è un tassello della vasta necropoli Ostiense. Non è certo la prima scoperta di questo tipo nella zona. Ma qui fa effetto: siamo in un contesto particolare, praticamente sotto il marciapiede, davanti alla stazione, incastonato incredibilmente in un punto di intensa e frenetica vita moderna. Lo scavo dell’Acea era sceso di appena 70 centimetri, poi si è allargato ed ha intercettato il corpo (accanto corre persino una tubatura con una targa moderna con inciso “Marani Roma”). Scene di ordinaria archeologia urbana.
L’ALLERTA L’allerta, però, era già scattata per gli archeologi: a pochi metri, un altro scavo di servizio aveva trovato tracce di ceramiche antiche. Ieri, l’exploit che ha calamitato una insolita folla di fan. Novelle Indiana Jones urbane, le archeologhe sono andate avanti con le operazioni sullo scavo, sorvegliate speciali da centinaia di persone. Lo scheletro è cominciato a riaffiorare due giorni fa, ma solo ieri mattina i contorni del corpo sono diventati nitidi: «La salma ora sarà rimossa e tutti i reperti ricoverati nei nostri laboratori per effettuare analisi antropologiche, e ottenere una datazione con certezza assoluta», spiega l’archeologa responsabile di zona Marina Piranomonte. Nel frattempo si studia il piano d’azione: «Questo weekend farò verifiche bibliografiche e d’archivio e poi interveniamo», dice Piranomonte. Appuntamento a lunedì per preparare l’estensione dello scavo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero