Prima di crollare, mentre continuava a ripetere che a Sara non «avrebbe mai fatto del male perché le voleva bene», ha tentato di insinuare negli investigatori...
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I CONSIGLI DEGLI AMICI
Nel dare spiegazioni piene di «non ricordo», che, dice la gip dimostrano una personalità «inaffidabile», Paduano cita spesso i consigli degli amici. E' per questo che la notte del 28 ha la bottiglietta con sé e - dice lui - la porta anche quando, uscito dalla macchina, si avvicina nuovamente all'auto di Sara: «Ho preso la bottiglietta d'alcol. Mi avevano consigliato di farlo con la macchina di lui, alcune persone con cui mi sono confidato mi avevano suggerito di dare fuoco alla macchina di Alessandro». E' un concetto che ripete più volte: «Ho comprato l'alcol qualche giorno fa in un negozio di cinesi. Ero già stato sotto casa di Alessandro pensando di farlo. Tenevo la bottiglietta nella mia macchina, nell'abitacolo». La ricostruzione basata sulle immagini delle telecamere della zona dice tutt'altro: Vincenzo e Sara litigano nella macchina di lei ma è solo quando entrambi scendono dalla Aygo che lui si avvicina alla sua Hyundai 120 e «preleva» «aprendo lo sportello anteriore destro del mezzo indicato, qualcosa dall'interno dell'autoveicolo per poi ritornare verso la Toyota Aygo, tenendo qualcosa in mano». Ovvero, la bottiglietta d'alcol. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero