Santa Sede, l'affondo: «Roma capitale, ma del traffico, servono trasporti degni»

Santa Sede, l'affondo: «Roma capitale, ma del traffico, servono trasporti degni»
La biblica pazienza di Giobbe (per via della grande sopportazione alle tribolazioni, alle ingiustizie e molestie), stavolta viene applicata alla quotidianità dei romani....

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La biblica pazienza di Giobbe (per via della grande sopportazione alle tribolazioni, alle ingiustizie e molestie), stavolta viene applicata alla quotidianità dei romani. L'accostamento non è improprio viste le prove giornaliere che i cittadini dell'Urbe si trovano a superare puntualmente per andare al lavoro. Peggio del traffico romano c'è solo quello che sopportano «gli indiani e i sudamericani, maestri assoluti di ingorghi». L'Osservatore Romano stavolta si sbilancia come mai era accaduto prima, anche se dietro non c'è l'intento di colpire l'amministrazione Raggi forte di un feeling tutto particolare sia con Papa Francesco che con il Vicario di Roma, il cardinale Angelo De Donatis. L'intento è semmai quello di rilevare la capacità di resilienza del popolo dell'Urbe, di ogni età ed estrazione sociale.


I NUMERI
Il giornale della Santa Sede non ha potuto tacere «che Roma è la città italiana dove si trascorre più tempo in automobile a causa del traffico. I dati sono impietosi: chi si avventura quotidianamente per la nostra città trascorre il 39 per cento in tempi di extra percorrenza, ovvero fermo in fila». Naturalmente nessuno in Vaticano attribuisce colpe particolari alla Sindaca . «Le responsabilità non sono certo attribuibili a questa o quella giunta. In realtà, i problemi di Roma nascono, in un certo senso, anche proprio in virtù dei suoi fasti millenari, per cui fare una nuova via di comunicazione vuol dire, con certezza quasi assoluta, imbattersi in reperti dal valore storico e archeologico, e quindi rallentare, se non bloccare addirittura, i lavori di anni e anni». Insomma, colpa di tutti e, quindi, di nessuno. Eppure «una soluzione possibile c'è scrive il giornale del Papa - e questa è senz'altro ascrivibile alla giunta del momento e alle varie aziende che si occupano di trasporto. Dare ai romani la possibilità di lasciare a casa il proprio autoveicolo, offrirgli mezzi pubblici degni, puntuali, rafforzare le linee esistenti, renderli almeno paragonabili a quelli delle altre grandi metropoli europee. Non si chiede di vincere il campionato mondiale dei migliori mezzi pubblici, ma almeno provare a iscriversi...».


Visto che il miracolo ancora non accade, non resta che far leva sulla dote principale dei romani, la resilienza. In una delle prime prediche che Papa Francesco ha fatto a Santa Marta ha introdotto il filone. «Persone che sanno soffrire con il sorriso e conservano la gioia della fede». Magari tanti romani la fede non ce l'hanno mai avuta o l'hanno perduta per effetto della secolarizzazione, certo è che «la pazienza è il contrario della rassegnazione».
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Il Messaggero