Forlanini, la difficile lotta dei pazienti in stato vegetativo. Protesta delle famiglie

Forlanini, la difficile lotta dei pazienti in stato vegetativo. Protesta delle famiglie
Storie di vite sospese. Di pazienti in stato vegetativo e di semi coscienza che ogni giorno lottano tra la vita e la morte, ma che non smettono di combattere per i propri diritti...

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Storie di vite sospese. Di pazienti in stato vegetativo e di semi coscienza che ogni giorno lottano tra la vita e la morte, ma che non smettono di combattere per i propri diritti di malato, attraverso i loro famigliari. Sono passati quasi quattro anni dall'inaugurazione di questo reparto al Forlanini, ma il protocollo non è mai totalmente partito. E così dopo le continue denunce dei parenti dei pazienti fragili vegetativi dell'Ucri, l'Unità di Cure Residenziali Intensive, costretti a rivolgersi persino al Presidente della Repubblica Napolitano, «dalla Regione Lazio arrivano solo silenzi e nessuna risposta concreta», tuonano le famiglie dei malati che oggi hanno protestato davanti all'ospedale con un flash mob. «Denunciamo ormai da tempo un disinteresse tristemente cronico sui problemi legati all'assistenza sanitaria territoriale - dice il consigliere regionale Fabrizio Santori, membro della Commissione Salute che da tempo segue i problemi di questi pazienti - La storia dell'Ucri, l'unità di Cure Residenziali Intensive del Forlanini, ne rappresenta la cartina di tornasole».




«È gravissimo che il percorso riabilitativo dei pazienti sia messo di frequente a repentaglio a causa dell'interruzione di alcuni aspetti del servizio, come sono altrettanto inaccettabili le condizioni indecorose dei pazienti e il costante stato di ansia in cui sono costrette a vivere le famiglie – sottolinea Santori - Non vogliamo mollare la presa su questioni reali di mancata assistenza, anche perché attendiamo l'implementazione dell'Ucri e l'attivazione di altri moduli che siano nelle condizioni di garantire assistenza ad altri malati vegetativi, considerato che i fondi risultano già stanziati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero