Roma, materassi a terra al San Camillo: scatta l’ispezione

foto Gabrielli/Toiati
Il ministero della Salute ha attivato i propri ispettori per verificare la situazione al pronto soccorso del San Camillo dopo il caos dei giorni scorsi. La richiesta dei controlli...

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Il ministero della Salute ha attivato i propri ispettori per verificare la situazione al pronto soccorso del San Camillo dopo il caos dei giorni scorsi. La richiesta dei controlli è scattata per accertare le reali condizioni in cui vengono assistiti i pazienti. Una situazione considerata «drammatica» dai sindacati del comparto e della dirigenza medica che anche ieri hanno occupato la direzione generale. Le sigle sindacali sono unite nel respingere «con indignazione» l'ipotesi di una strumentalizzazione, avanzata dalla Regione dopo la pubblicazione di foto che ritraevano pazienti sui materassi sistemati per terra. «Il problema esiste ed è grave», hanno dichiarato Cisl, Ps Cgil, Fsi, Nursind, Rsu, Uil, Usb, Anaao Medici e Fvm Medici.




LA TESTIMONIANZA

I disagi vengono confermati anche da chi nei giorni scorsi ha avuto ricoverato lì un parente. «Quel pronto soccorso - ha raccontato Gualberto Ferroni che mercoledì della scorsa settimana ha accompagnato la suocera Albertina per una grave insufficienza respiratoria - sembrava un girone dell'inferno. C'erano più di venti lettighe in ogni stanza dell'emergenza. Anche i corridoi erano pieni e per terra ho visto pannoloni sporchi e cartacce. Infermieri e medici sono giustamente esasperati: sono pochissimi». L'uomo ieri ha presentato una segnalazione al Tribunale dei diritti del malato: «Mia suocera - accusa - è rimasta per oltre due giorni su una barella. Solo il venerdì sera ha avuto un posto letto allo Stirs (Servizio terapia insufficienza respiratoria scompensata). Non ritengo che ci siano responsabilità da parte di medici e infermieri, anzi li considero degli eroi a lavorare in quelle condizioni. La colpa è dei tagli che vengono fatti sulla pelle dei cittadini».



Il caso della signora Albertina non è il primo arrivato al Tribunale del Malato. «E' evidente - commenta il segretario regionale Roberto Crea - che il problema è strutturale e chiediamo alla Regione di risolverlo in tempi rapidissimi».



Il dg del San Camillo Aldo Morrone sottolinea che «al pronto soccorso lavorano tante persone con professionalità e fanno salti mortali», ma ribadisce che c'è un problema di carenza del personale legato al «blocco del turn over» e chiede che «nel Patto della Salute il Lazio esca dal Piano di rientro, dotandolo di una situazione speciale legata a Roma Capitale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero