Roma, Salvini al deposito Atac: «Qui vicino campo rom tollerato da Raggi: faccia subito censimento»

«Mi dicono che questo campo sia tollerato, ma non capisco come si faccia a tollerare una situazione così, intanto la sindaca Raggi faccia quello che chiedono i...

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«Mi dicono che questo campo sia tollerato, ma non capisco come si faccia a tollerare una situazione così, intanto la sindaca Raggi faccia quello che chiedono i dipendenti: un censimento di chi vive nel campo rom». Dopo la visita al deposito Atac di via Candoni a Roma, Matteo Salvini prepara una lettera alla sindaca Raggi e al prefetto Pantalone per chiedere di tutelare il deposito Magliana e le 700 persone che ci lavorano costrette alla coabitazione con i nomadi del campo rom adiacente al parcheggio dei bus. 

 

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La situazione è pesante in via Candoni, la vivono tutti i giorni autisti e addetti Atac, ha portato al rogo di sette autobus un mese fa, a cambiare un vetro al giorno per colpa delle sassate, ai roghi tossici di tutto il materiale trafugato dalle officine, a dover girare scortati se si fanno operazioni e interventi che possano disturbare i vicini di casa dell'Atac che sono i circa mille nomadi (censiti tanto tempo fa erano 450 ma l'insediamento negli ultimi anni è letteralmente raddoppiato) del campo rom di via Candoni che sorge proprio accanto alla rimessa dei bus. 

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Il segretario del Carroccio si è fatto accompagnare dai consiglieri capitolini e regionali della Lega all'interno del deposito. Con loro anche dipendenti e il responsabile Atac che gli ha spiegato: i rom entrano, segano la rete di protezione, osservano i movimenti della vigilanza e poi vanno a rubare il gasolio o le batterie degli autobus: «Vede quella collina? - fanno cenno a un Salvini esterrefatto durante la visita - (sarebbe un'isola ecologica di pertinenza Atac) Lì hanno stoccato 27 batterie da 40 chili l'una». «Perché, ma che utilità hanno a bruciare dei bus?», chiede. La risposta è sempre la stessa, la parola magica: «Rame». Recuperano rame e materiali ferrosi dagli incendi dei mezzi.

Era questa, l'abilità nel rovistare e differenziare i rifiuti, una delle peculiarità che il Campidoglio aveva pensato di mettere a frutto per trovare lavoro ai nomadi che decidevano di abbandonare il campo per cambiare vita. Ma le loro competenze sono messe a frutto ugualmente. Ai danni dell'Atac, però, e dei residenti della Muratella e di Colle del Sole che si sorbiscono le nuvole nere dei roghi almeno una volta a settimana.  

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«I lavoratori chiedono un censimento: l'obiettivo è arrivare pacificamente, democraticamente, progressivamente allo svuotamento e allo sgombero perché lavorare in queste condizioni non è possibile», ha detto il leader della Lega.

«Se fossi sindaco andrei a contare quanti bambini vivono in questo campo: vanno a scuola? Se non ci vanno si toglie la patria potestà ai genitori», dice Salvini. 


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Il Messaggero