Centri commerciali presi d'assalto. Vie del Centro Storico affollate - poche però le buste - altri quartieri pressoché disertati. Partenza lenta, o meglio a due...
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IL BLACK FRIDAY
«I pre-saldi - dice Valter Giammaria, presidente della Confesercenti Roma - hanno avuto un peso nella partenza lenta. Quest'anno sono iniziati ancora prima del solito, dal Black Friday gli sconti non si sono più fermati, peraltro sono stati fatti in modo palese, non più con sms o e-mail ai clienti. Sono mancati i controlli. Bisognerebbe ripristinare gli ispettori annonari. Il movimento comunque nella prima giornata c'è stato, a riprova della capacità ancora attrattiva dei saldi: si sono viste poche buste ma dai nostri sondaggi emerge che il 75% dei consumatori comprerà almeno un articolo».
Dal 2008 al 2018, secondo i dati Confesercenti, la spesa delle famiglie di Roma e Lazio per abbigliamento e calzature si è ridotta quasi del 25%. Si stima che la spesa a famiglia con gli sconti sarà di 250/300 euro, «perché il saldo invernale è, comunque, l'occasione per l'acquisto di capi importanti quali ad esempio cappotti, piumini, giacconi». Per il Codacons, però, «a fine periodo si registrerà una contrazione delle vendite stimata tra -5 e -7% rispetto alla scorso anno». A constatare gli effetti del Black Friday è pure il presidente della Confcommercio Centro Storico David Sermoneta: «Chi ha comprato non ricompra: non ci sono tanti soldi».
MARCHI LOW COST
Misurano le disponibilità dei romani anche le mete dello shopping: non tanto le grandi griffe, quanto i marchi low cost, prima tappa di tanti. «La partenza dei saldi è caduta, come l'anno scorso, in una giornata di festa - dice Giovanna Marchese Bellaroto, presidente della Cna Roma - molti romani sono in vacanza. In centro c'è stato movimento. Dal Salario a Prati, dal Flaminio alla Balduina, fino a Vigna Stelluti, abituale zona di acquisti, di gente se ne è vista poca». Varie le cause. «Questo - prosegue - è stato il primo Natale con un magazzino Amazon alle porte della città. Gli effetti si sono visti subito. Ottobre e novembre sono stati tragici per il commercio, a Natale si è incassato il 20/30% in meno rispetto all'anno passato. La città, invasa dai rifiuti e insicura, non invitava a fare passeggiate. Il 20% delle aziende romane sta chiudendo. Chi ha fatto i pre-saldi ha sbagliato, sono vietati, ma lo ha fatto in molti casi per disperazione. Il Comune non sostiene il commercio». E il commercio tenta di aiutarsi da solo. «A breve presenteremo una piattaforma di 5.000 imprese romane per rilanciare, grazie alla geolocalizzazione dei prodotti, gli acquisti nei negozi sul territorio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero