Romano annegato a Tenerife, l'appello della madre: «Restituitemi il corpo di Riccardo»

Romano annegato a Tenerife, l'appello della madre: «Restituitemi il corpo di Riccardo»
Una telefonata ha raggiunto mercoledì scorso l'abitazione dei genitori al Torrino. Era del console italiano a Tenerife. La notizia: il corpo ripescato in mare un mese...

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Una telefonata ha raggiunto mercoledì scorso l'abitazione dei genitori al Torrino. Era del console italiano a Tenerife. La notizia: il corpo ripescato in mare un mese fa al largo di Playa del Benjo, a 60 chilometri in linea d'aria rispetto al punto della scomparsa, è di Riccardo Marangio. Papà Tommaso è dal 16 luglio che aspettava notizie, ci sono volute più di tre settimane di tempo per fare la comparazione del Dna.

 

«Mi hanno detto che hanno avuto delle difficoltà con i macchinari nuovi, alcuni esami non erano compatibili e li hanno dovuti ripetere - racconta - per noi è una lunga tortura, ora quello che conta è riavere Riccardo». Ma se ci è voluto del tempo per gli esami dovuti, ora è la burocrazia delle traduzioni a spaventare la famiglia. «Ieri ci hanno chiamato dall'ambasciata di Madrid per dirci che il certificato di decesso è pronto - racconta Tommaso - e di contattare l'agenzia funebre per la cremazione».
 
GLI ANGELI
Ad aiutarli ci sono i ragazzi della Protezione Civile di Tenerife, non li hanno mai lasciati soli. «Virginia, Jorge, Luca unico italiano, e tutte le altre persone per noi sono stati angeli - continua - ci hanno seguito in tutto: per le ricerche in mare, per il supporto psicologico. Ma anche per tutte le cose burocratiche dal riportare la macchina di Riccardo in Italia ai documenti da tradurre in Tribunale, dal Consolato all'agenzia funebre. Senza di loro sarebbe stato impossibile. Per una famiglia che vive tragedie simili alla nostra le difficoltà, oltre al dolore lancinante per la perdita di un figlio, sono tante e improvvise. E quando tutto questo accade in un Paese straniero sono pochi quelli che ti aiutano e ti danno il sostegno a livello istituzionale. Ti senti perso e spaesato e trovare questi ragazzi per noi è stato importante».

LA RICOSTRUZIONE

Erano le 15 di domenica 10 luglio quando al centralino della guardia costiera è arrivato l'allarme per la scomparsa davanti alla Playa de Benijo di un giovane turista. Immediate le ricerche del Grupo Especial de Actividades Subacuáticas (Geas) della Guardia Civil, de la Cruz Roja. Riccardo Marangio, 26 anni, era arrivato con gli amici sulla costa settentrionale di Tenerife, all'interno della Riserva naturale dei monti Anaga, dove c'è una delle spiagge più belle dell'isola, per passare una giornata spensierata. Un tuffo e poi il buio. «Non lo abbiamo più visto», raccontano gli amici. «Sappiamo solo che un surfista e un bagnante hanno tentato di aiutarlo - spiegano - ma non ci sono riusciti perché le correnti erano troppo forti». L'ultimo avvistamento era stato di una donna che aveva notato il giovane «a un centinaio di metri della riva». Poi la notizia del ritrovamento di un corpo, e anche quella piccola speranza è svanita. «Non ce la facciamo più Riccardo deve tornare da noi - aggiunge Tommaso - piano piano bisognerà ricominciare a vivere con la consapevolezza di quello che è accaduto. Ma ora lo devono rimandare a casa, non è possibile che in questi casi non ci sia un percorso più veloce». Riccardo amava l'isola di Tenerife ci viveva da due anni, dopo essersi laureato in sociologia, voleva iscriversi a scienze infermieristiche a La Palma. I suoi sogni, interrotti, spezzati in un pomeriggio d'estate.

elena.panarella@ilmessaggero.it
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Il Messaggero