Roma, violentò sua figlia per cinque anni: padre orco condannato a sedici anni

Roma, violentò sua figlia per cinque anni: padre orco condannato a sedici anni
Per cinque anni aveva abusato della figlia. Il pretesto era il bacio della buonanotte. La piccola così, dai 7 ai 12 anni, piangendo di nascosto, si era vista rubare...

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Per cinque anni aveva abusato della figlia. Il pretesto era il bacio della buonanotte. La piccola così, dai 7 ai 12 anni, piangendo di nascosto, si era vista rubare l'infanzia da un padre-orco. Un quarantenne filippino che ieri è stato condannato dal tribunale di Roma a 16 anni di carcere.


A scoperchiare il dramma della piccola la madre, una badante di Monteverde. Da due anni restava nel dormiveglia, tormentata dai sospetti che il marito molestasse la primogenita. Voleva avere la certezza, coglierlo sul fatto, visto che la figlia negava. Così quando una notte lui dopo essere rientrato col passo felpato non si è sdraiato nel letto matrimoniale ha capito che era il momento di intervenire. E' così che la donna è riuscita a far uscire dall'incubo la figlia, ormai adolescente, a salvarla e a salvarsi da una vita di botte e abusi, anche in stato di gravidanza. Le grida di quella notte, la notte di Capodanno dello scorso anno, lo scontro col marito, però hanno svelato una realtà ancora più drammatica. Sua figlia, una volta in ospedale, ha svelato che il papà la molestava con carezze inopportune da quando aveva sette anni obbligandola a tacere. Al momento dell'arresto l'uomo aveva avuto la sfrontatezza di gridare agli agenti: «I figli sono miei e ne faccio quello che voglio. Non sarete voi a fermarmi».

Il pm Antonio Calaresu che ha portato prima in galera e poi a giudizio il filippino ha ricostruito il doppio dramma vissuto dalla bambina: quello di subire le attenzioni del padre e la mancanza di coraggio di raccontarle alla madre. Per questo ha chiesto e ottenuto la pena esemplare di sedici anni di carcere. L'avvocato Cristina Cerrato, esperta nella tutela dei minori, si è costituita parte civile per mamma e figlia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero