«Stavolta andrà tutto bene». La scorsa notte a Roma in via Salaria, sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dell'Ambasciata d'Egitto, è...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Regeni, nuove accuse della madre: «Torture sapute dai media». Il legale della famiglia: «Giulio non è stato ucciso per la sua ricerca»
Giulio Regeni, almeno quattro depistaggi dei servizi egiziani sulla morte del ricercatore
Davanti alle due figure campeggia la parola «Libertà» scritta in lingua araba. Nell'opera, Regeni rassicura Zaki, dicendogli: «Stavolta andrà tutto bene». Poi la scritta in arabo «libertà». Il giovane dottorando dell'università di Cambridge, ucciso all'inizio del 2016, si rivolge con queste parole a Patrick George Zaki, ricercatore dell'Alma Mater di Bologna, noto per il suo impegno nel campo dei diritti umani e Lgbt, arrestato venerdì scorso mentre si trovava in Egitto e, stando a quanto riferito dal suo avvocato, «sottoposto a torture da parte della polizia egiziana».
Il Messaggero